Cronaca

Ai funerali di Davide Penza dolore e sgomento nella chiesa di Casal Velino

Stamani i funerali del giovane, morto dopo mesi di agonia. Una morte assurda e imprevedibile.

In un dolore lacerante, sordo come può essere quello un addio, la comunità di Casal Velino si è stretta alla tragedia della famiglia di Davide Penza.

E’ così che stamani Casal Velino ha salutato Davide Penza, il ragazzo che alcuni mesi fa precipitò da un muro di oltre tre metri. Un volo e uno schianto terribili di cui nessuno si accorse, se non molte ore dopo la tragedia. Dopo oltre sei mesi di cure Davide Penza non ce l’ha fatta, il suo cuore si è fermato. Lunghe cure, un’estenuante degenza prima presso l’Ospedale San Luca Di Vallo della Lucania, poi al nosocomio Versilia Camaiora di Lucca. Tanti gli sforzi per limitare i danni celebrali subiti in seguito alla caduta di quella tragica notte trascorsa con gli amici e la fidanzata, ma è stato tutto vano. Un incidente assurdo quello capitato a Davide nella primavera scorsa, perché il ragazzo a casa era arrivato sano e salvo. E poi, dopo mesi, un epilogo imprevedibile, che ha lanciato nello sconforto tutta la comunità di Casal velino che ben conosce la famiglia Penza. Un nucleo numeroso composto da altri cinque figli oltre che a Davide: Vittorio, Pasquale, Danny e poi Patrizia, Katia. Ed è proprio presso l’abilitazione dei genitori, in località Serramarina di Casal Velino paese, che Davide stava facendo di ritorno nella primavera scorsa, dopo aver accompagnato la fidanzata a casa.

Intorno alle 4 del mattino, almeno secondo una ricostruzione sommaria dei conoscenti, Davide aveva parcheggiato indenne la sua auto sul ciglio della strada antistante ad alcune abitazioni vicine a quella di famiglia. A delimitare la carreggiata che costeggia una sorta di belvedere, una ringhiera arrugginita, precaria. Il cedimento di una staffa di quella stessa ringhiera, probabilmente venuta giù in seguito ad un appoggio maldestro del ragazzo, appena sceso dalla macchina, è costata la vita a Davide Penza, seppure dopo mesi di agonia. Davide, infatti, non arrivò mai ad imboccare l’uscio della porta, a mettersi a letto, mentre il paese si risvegliava alle prime luci dell’alba.

Soltanto molte ore più tardi, verso le 11 del mattino, una conoscente del ragazzo, che abitava proprio nella palazzina di fronte all’area utilizzata per parcheggiare, nello stendere la biancheria alle corde tese sul terrazzo, si accorse di una sagoma in fondo al dirupo. La donna, in un primo momento, considerata la distanza e la profondità del fosso, pensava che qualcuno si fosse disfatto di ingombranti, gettando un grosso sacco nero in fondo alla scarpata e solo perché sospinta dall’indignazione per il gesto aveva chiesto al figlio di verificare di cosa si trattasse. Da qui alla macabra scoperta: in fondo al dirupo vi era, non un sacco di immondizia ma il corpo di un uomo, quello di Davide, il ragazzo della porta accanto. Tumefatto, ricoperto di sangue, la testa spaccata, irriconoscibile perché rimasto per ore al freddo e alla pioggia, Davide giaceva lì, privo di sensi, mentre la madre lo credeva da tempo nel suo letto. L’intervento dei sanitari, la corsa all’ospedale erano stati inutili per scongiurare al ragazzo gli effetti di quelli che poi sono diventati causa stessa della sua morte, anche se a distanza di mesi. Davide venne tenuto in terapia intensiva per un lunghissimo periodo: i danni celebrali dovuti ad un devastante trauma cranico, reso ancor più pericoloso per l’esposizione delle ferite sul capo e sul corpo del ragazzo alle intemperie e alle sterpaglie, non gli hanno dato scampo.

Nella Chiesa gremita dell’Assunta di Casal Velino, stamani, il dolore e la commozione erano laceranti. Una delle sorelle del ragazzo non ha retto all’emozione e ha avuto un malore: di seguito il video dei funerali

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