Cilento, caccia ai cinghiali: il Covid non ferma i bracconieri
La vigilanza del WWF ha rinvenuto nel Cilento un’installazione per la caccia di cinghiali. Pertanto, il Covid-19 non ferma i bracconieri. Sanzionato il responsabile
Mentre nel Paese dilaga ancora il Covid-19, nonostante l’avvio della c.d. fase 2, proseguono le normali attività di controllo del territorio e della fauna, e in particolare di antibracconaggio. Nel Parco nazionale del Cilento, all’interno di un fondo, il personale addetto alla vigilanza del WWF, con qualifica di guardia particolare giurata, ha rinvenuto nella mattinata di sabato un’installazione per la caccia ai cinghiali, nonostante il divieto di caccia in essere.
Il ritrovamento
L’ installazione rinvenuta, composta in lamiere metalliche, nascondeva al proprio interno una sedia con treppiede con apposita feritoia per il bersaglio. Inoltre, a terra vi erano vari bossoli di carabina: una vera e propria postazione di caccia. Ad attirare sul luogo i cinghiali, vi era della pastura di grano dura appositamente collocata dal bracconiere a circa 30 – 40 metri di distanza, lungo la linea di tiro della feritoia. Infine, nell’area circostante sono state ritrovate delle fototrappole mimetizzate, ovvero apparecchiature che “avvisavano” il bracconiere del passaggio delle prede attraverso un segnale sul proprio cellulare. Come riporta il comunicato, il responsabile è stato individuato e denunciato penalmente per caccia in periodo di chiusura generale legge 157/92 e sulla legge 394 sui parchi.
Sanzioni anche a Boscoreale
Nella giornata di giovedì, anche in Boscoreale, nel napoletano, un cittadino è stato sanzionato per essersi diretto in un altro Comune diverso da quello in cui risiedeva, per attività di bracconaggio. Oltre a ricevere due sanzioni amministrative, il responsabile è stato anche denunciato penalmente con il supporto dell’Arma dei Carabinieri della locale stazione.
Pierfrancesco Maresca