Con il nuovo anno è ripreso copioso pure il flusso di acque putride che scorrono ancora nel canale di Velina di Castelnuovo, già oggetto di esposto agli organi deputati al controllo inoltrato per pec dall’Atap Cilento, l’Associazione per la Tutela Ambientale e Paesaggistica del Cilento.
Le acque, che si riversano da un foro nel muro di contenimento del canale che attraversa parte della frazione Velina, nei pressi del cavalcavia ferroviario, della strada di collegamento tra il comune di Castelnuovo e quello di Ascea, sono nuovamente abbondanti, scure e maleodoranti. Dopo l’esposto dell’ Atap, inoltrato per posta certificata agli organi competenti e deputati al controllo, all’Arpac in primis, al corpo dei carabinieri Forestali, all’Ente Comunità Montana Alento e Montestella, al comune stesso e alla Procura della Repubblica di Vallo della Lucania, niente è stato risolto. Eppure l’Atap, aveva chiesto di effettuare i controlli necessari a verificare la natura e la qualità di quelle acque che affluivano in un torrente che a sua volta confluiva nel fiume Alento, che di lì a poco sfocia a mare. Il dubbio era che quelli fossero parte dei reflui di una vasca di depurazione vicina, probabilmente satura o mal funzionante.
Dopo l’esposto partito il 5 dicembre, c’era stato subito un sopralluogo dei Forestali di Vallo della Lucania, seguito solo da una comunicazione ufficiale dell’Arpac, l’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale, che, paradossalmente, demandava agli altri enti controllati, tra questi il comune di Castelnuovo, l’onere di controllare e rimettere i risultati al controllante, cioè a se stessa. Poi, erano stati filmati degli operai che con una pompa per espurgo, provvedevano a liberare la vasca di sollevamento reflui nei pressi del canale.
Ma considerato che nulla sinora è stato risolto, né comunicato circa le possibili risultanze dei controlli, che pare non siano ancora avvenuti, l’Associazione per la Tutela Ambientale e Paesaggistica del Cilento, in data 2 gennaio, ha inoltrato un nuovo esposto chiedendo ulteriori interessamenti e opportune risposte, sia alla Procura Generale di Salerno, a quella di Vallo della Lucania che, tra gli altri, nuovamente all’ Arpac e all’Asl.