53 persone ad Agropoli sono state denunciate per essere titolari di immobili costruiti nei pressi delle zone colpite da alluvione.
Si tratta, nello specifico, dell’alluvione che ha colpito la città cilentana nel novembre dello scorso anno.
Le accuse sono di occupazione illecita di demanio pubblico e abusivismo edilizio. Le indagini sono partite da un’informativa inviata al comando di polizia municipale con l’obiettivo di far luce sulle cause degli allagamenti e delle esondazioni del fiume Testene che crearono numerosi danni a case e attività locali, inducendo l’amministrazione comunale, retta dal sindaco Roberto Mutalipassi a chiedere il riconoscimento dello stato di calamità naturale.
La procura all’epoca dei fatti apre un fascicolo delegando proprio i vigili urbani e i carabinieri forestali a indagare su quanto avvenuto: a distanza di un anno sono state recapitate le prime richieste di accertamento per i proprietari di case costruite nelle pertinenze dei corsi d’acqua chiamati ora a tirare fuori tutte le carte utili a dimostrare la legittimità e la corrispondenza dei propri fabbricati.
Si parla di edifici risalenti anche a decine di anni fa. Aspetto che potrebbe necessitare l’avvio di rilievi topografici. Intanto le indagini sono ancora in corso e il numero delle denunce potrebbe continuare a salire.