Agropoli, il bagnino che guardava le alghe
Agropoli. Se sia un clamoroso autogol da parte dell’amministrazione è forse esagerato dirlo perchè il controllo e la sicurezza sulle spiagge dovranno sempre essere visti come un fattore positivo.
La tristezza di uno scatto
A vederla, però, la foto lascia più di una perplessità e in sostanza procura anche un’infinita tristezza per vari motivi. In primis per la situazione attuale, catastrofica, della spiaggia della marina. Un luogo storico per la città dove generazioni e generazioni hanno fatto il bagno. Vederla così oggi, ma in sostanza anche ieri, fa capire che qualcosa è andato certamente storto. E, attenzione, non bisogna essere un ingegnere ambientale per affermarlo.
Suscita un po’ di tristezza anche il povero ragazzo messo lì, da solo, in una spiaggia tristemente desolata che tale rimarrà probabilmente per tutto il periodo estivo (se non per gli anni a venire). Ci sono dubbi inoltre che la spiaggia sia balneabile ma a quel punto, se così fosse, più che un bagnino ci sarebbe voluto un vigile. Ma a ogni modo vigile o bagnino la certezza è che nessuno mettere mai piede lì per fare il bagno. Al massimo qualcuno ci porterà il cane a scorrazzare.
Simboli abbandonati
Il porto, la rupe con il centro storico, la spiaggia della marina sono una delle cartoline della città. Non lo scopro io adesso, e non servo io per dire che in quello stato non vanno bene. Da una parte un comitato di cittadini, molto attivi e con molto senso civico, propone mentre dall’altro si fanno orecchie da mercati ma forse anche per la consapevolezza che fare qualcosa è divenuto quasi impossibile (soprattutto economicamente).
Ma soldi o non soldi pare che ci sia una certezza ovvero quella di aver superato la dead line, tradotto il punto di non ritorno. Più di così, in sostanza, c’è il disastro ambientale per quanto quello di adesso pare essere un parente abbastanza vicino.
Compromesso con la natura
Fare i conti con la natura, allo stesso tempo capisco, non è mai facile. Non vi è nulla che può farci sentire inermi allo stesso modo. La natura non si batte, questo è certo, e lo si è visto al Lido Azzurro. Ma in questo caso bisogna pur cercare un compromesso, ne va della bellezza della città. Capirlo è il primo passo, ma non credo sia quello il problema, agire deve essere il secondo se non altro per non passare alla storia come l’amministrazione che ha contribuito alla deturpazione di una delle cartoline storiche della città.
Enrico Serrapede