Agropoli in lutto per la scomparsa di Vito Barone. Una personalità molto conosciuta in città nell’ ambito della politica, dove era stato assessore alla cultura, al turismo e allo spettacolo, ai tempi del sindaco Serra, e del teatro.
Ricordato per i modi affabili
Un uomo ricordato dai cittadini per la sua gentilezza ed i modi affabili, la cui scomparsa, avvenuta in modo improvviso ed inaspettato, lascerà sicuramente un vuoto in tutta la comunità e nella sua famiglia, dove lascia una moglie e tre figli. Tante sono state le reazioni sui social e non solo, alla notizia avvenuta ieri sera da parte di cittadini, rappresentanti istituzionali e da tutto il mondo della politica locale.
Il cordoglio del direttore del Cineteatro De Filippo
“Chi ha frequentato il mondo del teatro ad Agropoli, almeno una volta nella vita, non può non averlo conosciuto” – ha scritto il direttore del Cineteatro De Filippo di Agropoli – Pierluigi Iorio – “Vituccio per i più grandi; Zio Vito per i più piccoli, come ultimamente amava farsi chiamare. Cresciuto quando l’Italia era in pieno boom economico, da giovanissimo ragazzo di ‘ncoppa ‘u Pastificio, frequentò “a strascico” le feste da ballo che gli universitari del circolo “Il Fortino”, tra i quali suo fratello Enzo e mio padre Antonio, organizzavano, per tirar su qualche spicciolo, al Caffè Nazionale e al Lido Azzurro, (che divennero, poi, i suoi locali preferiti per organizzare, a sua volta, feste e serate).
La passione per il teatro
Ma la sua grande passione”- prosegue – “era il teatro, che leggeva e studiava, che pure gli derivava da quei ragazzi più grandi di lui e dai quali raccolse il testimone. Mi faceva vedere spesso una fotografia che lo ritraeva, giovane e aitante, sul palcoscenico del Lux mentre si cimentava nell’interpretazione di Errico Settebellizze nella “Napoli milionaria!” di Eduardo De Filippo, dicendomi sempre “sono stato bello anch’io”! Indimenticabili alcuni racconti di quella sua gioventù, che conservo gelosamente insieme con il ricordo di risate e piacevolezza. Sempre in fermento e movimento – prosegue – “è stato animatore di molte serate quando ad Agropoli non c’era neanche un buco dove poter fare teatro. Era un uomo gioioso: il suo viso portava i segni ancestrali della maschera, sempre pronto al sorriso e alla battuta, sebbene ultimamente avesse un velo di malinconia nei confronti del mondo a lui circostante, forse distante dalla spensieratezza vissuta, nel quale, probabilmente, non si sentiva perfettamente a suo agio. Apparentemente spavaldo, intimamente timido e riservato, particolarmente affascinato dalla bellezza, con gli occhi vispi, sempre pronti a cogliere anche il minimo battito d’ali d’una farfalla. Ho avuto una lunghissima frequentazione con Vito.
Le frequentazioni al Cineteatro De Filippo
Nei miei primi passi teatrali c’era lui; nelle nostre lunghissime chiacchierate, non avevamo altro argomento che il teatro. Veniva spesso a trovarmi al De Filippo, dove certamente respirava aria per lui salubre e ogni volta che gli chiedevo di accompagnarmi a vedere uno spettacolo lontano da Agropoli, trovavo sempre una sponda pronta e disponibile. Mi mancheranno le nostre chiacchierate, le passeggiate, il caffè in due (in omaggio a Sandro Nisivoccia), i discorsi sul teatro e la sua bellezza. Mi mancherai tu, amico mio! Abbraccio, commosso e con grandissimo affetto, la moglie Marisa con i figli Andrea, Francesca e Maria (che lo aveva reso orgogliosamente nonno), i miei amici Francesco e Fabio, con la certezza – conclude – che il suo ricordo rimarrà indelebile in quanti lo hanno apprezzato e conosciuto”.