Il consigliere comunale di Agropoli Raffaele Pesce, negli ultimi giorni, aldilà della vicenda del ricorso elettorale in atto, è comunque anche tornato sul tema dell’area archeologica e naturalistica del Saùco. Infatti, l’ex vicesindaco dell’ Amministrazione Domini, attorno alla prima metà degli anni 2000, è tornato a criticare la maggioranza Mutalipassi, tacciata di assenza di visione.
“Non metto in discussione la legittimità delle richieste della parte privata (tra l’altro, pare, in discussione) e degli atti amministrativi e nulla osta conseguenti” – ha scritto in un post Pesce –
“Quello che metto in discussione è l’assenza di “visione” ed il mancato esercizio di diritti e prerogative proprie dell’ente comunale, in una zona a tutela paesaggistica, naturalistica ed archeologica, “unica”. – prosegue –
“Stante il disinteresse dimostrato e l’ultimo voto contrario espresso dalla maggioranza in Consiglio Comunale, confido nel Parco Nazionale e, direttamente, nel Ministero della Cultura” – ha poi concluso.
La mozione proposta da Pesce sulla valorizzazione del sito archeologico fu votata dal consiglio comunale nella seduta del 20 ottobre 2022, ma poi non è stata presa l’iniziativa di richiesta come Pesce aveva proposto nei confronti degli enti sovraordinati.
L’ area del Saùco si trova nelle vicinanze di Punta Tresino, al confine tra i comuni di Agropoli e Castellabate, si tratta di un piccolo altipiano non molto esteso, ma ricco di reperti, come ad esempio un muro di terrazzamento di epoca romana. Tra la fine degli anni 70 ed i primi 80, da segnalare anche l’attività dei ricercatori della scuola Francese di Roma, che hanno trovato altri significativi reperti. Si ipotizza, inoltre, anche la presenza di una villa risalente addirittura al 200 a.C, mentre è presente il muro in blocchi di arenaria per una superficie di oltre 2500 km quadri. Tra le ipotesi più accreditate in questo senso, quella che si trattasse di un santuario o di una residenza antica. Un’area dunque, che potrebbe essere valorizzata a dovere.