Soppresso ad Agropoli il servizio di autoambulanza rianimativa un fondamentale presidio sanitario per Agropoli e per i 15 comuni del circondario che a partire dal 1 luglio prossimo non sarà più attivo. 16 comuni serviti a disposizione di 90.000 abitanti e dei tantissimi turisti che ogni anno affollano le spiagge e la costa del litorale dell’alto Cilento.
A quanto pare la scelta di sopprimere il servizio medico è stata imposta da un protocollo nazionale che prevede la razionalizzazione dei servizi a scapito dei territori. Magra consolazione per il Cilento, quella che vede permanere il presidio della autoambulanza rianimativa a Vallo della Lucania e a Polla dove sono presenti i rispettivi ospedali.
Sono stati tuttavia implementati alcuni servizi fondamentali, che vedrebbero attivi presso l’ospedale di Agropoli, sempre a partire dal 1 luglio una guardia anestesioligica h24, un cardiologia 12h al giorno e una guardia chirurgica sempre per 12 h. Fanno notare i sindacati che i servizi non sostituiscono l’autoambulanza rianimativa, e che le figure professionali implementate presso l’ospedale di Agropoli saranno funzionali solo per i pazienti ricoverati nel reparto di medicina ovvero per coloro che si recheranno con mezzi propri presso l’ospedale.
In ogni caso, ai servizi di guardia anestesiologica, cardiologica e chirurgica che verranno implementati non potranno rivolgersi le altre autoambulanze ancora attive poiché, come già accade, non è prevista una fermata presso l’ospedale di Agropoli poiché non è attivo un un pronto soccorso per l’emergenze- urgenza. Sul territorio dei delfini rimarrà dunque attivo solo il servizio dell’automedica e due autoambulanze con autista e infermiere gestite dalla Croce rossa di Agropoli che si è aggiudicata la gara d’appalto dell’ Asl di Salerno.
Dall’ultima riunione tenutasi lunedì con i vertici della sanità a cui ha partecipato anche il direttore sanitario dell’ospedale DEA Vallo-Agropoli, è emerso che il maggior numero di utenti affluenti al presidio ospedaliero, potrebbe presto portare un accorpamento delle unità di Neurochirurgia, Oculistica e Otorinolaringoiatria con una perdita effettiva di 14 posti letto complessivi. Contestata la scelta da parte dei sindacati, come conferma Biagio Tomasco sindacalista del Nursind di Vallo della Lucania.