Il 18 novembre, ad Altavilla Silentina, il Nucleo Carabinieri Forestale di Sicignano degli Albumi, dopo segnalazione dell’associazione “Gufi”, Gruppo Italiano per le Foreste Italiane, ha posto sotto sequestro una superficie boschiva di 23 ettari in località Chianca per irregolarità riscontrate nelle operazioni di taglio e denunciato alla Procura della Repubblica di Salerno, per violazioni ambientali, i soggetti che ne hanno disposto ed eseguito le operazioni.
Secondo l’ipotesi investigativa il bosco avendo raggiunto la condizione di ceduo “invecchiato”, come da limite fissato dal Regolamento Forestale Regionale e dal piano di gestione comunale, non poteva essere interessato da tagli a raso.
Sono tre le persone ufficialmente entrate nel registro degli indagati, tra questi figura anche il primo cittadino del comune di Altavilla Silentina, Francesco Cembalo, oltre al direttore dei lavori Giancarlo Esposito ed al titolare della ditta che ha ricevuto l’incarico dall’ Ente, Giuseppe D’Elia, accusati di reati di natura ambientale. Per l’Amministrazione comunale, l’autorizzazione paesaggistica non era dovuta: ci sarà quindi il ricorso contro il provvedimento.
Il caso dell’abbattimento degli alberi ha anche travalicato i confini locali con le polemiche conseguenti. Per il bosco della Chianca nei giorni scorsi era pervenuta all’amministrazione comunale anche la diffida del WWF Campania:
“Il bosco in questione – avevano scritto Piernazario Antelmi, Presidente del WWF Silentum, e Raffaele Lauria – Delegato WWF Italia per la Campania – è un importante polmone verde e offre un habitat naturale a numerose specie animali e vegetali, contribuendo, insieme alle altre foreste del Pianeta, a migliorare la qualità dell’aria e a mitigare gli effetti del riscaldamento globale” – si legge nella missiva –
“Inoltre, il bosco è un luogo di ritrovo e di svago per la popolazione locale. È un luogo dove poter trascorrere del tempo all’aria aperta, fare attività fisica, passeggiare e rilassarsi.
Il taglio del bosco – si prosegue – avrebbe un impatto negativo non solo sull’ambiente e sulla qualità della vita del territorio, ma, se si considerano le opportunità di valorizzazione green del territorio, rappresenta anche un grave danno economico”. Il WWF chiese al primo cittadino “di riconsiderare la sua decisione e di trovare una soluzione alternativa che non preveda il taglio del bosco.
Il taglio del bosco iniziò lo scorso 24 ottobre, con il primo cittadino che si difese dichiarando necessario il taglio degli alberi essendo alcuni di questi considerati marci, secondo anche un’ intervista che il sindaco rilasciò al Corriere del Mezzogiorno dove confermò che la linea era incentrata all’interno del piano di assestamento forestale della Regione Campania, la quale prevede anche la possibilità di vendere la legna abbattuta, portando nelle casse dell’Ente circa 250 mila euro.
Del caso, oltre alle proteste di alcuni comitati locali,e dell’associazione GUFI che ha sempre contrastato la definizione di bosco ceduo, dato che ritengono si tratti di alberi ad alto fusto, si interessò infine anche la deputata Michela Vittoria Brambilla, di Noi Moderati, nonchè presidente della Lega italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente e dell’intergruppo parlamentare per i Diritti degli animali e la Tutela dell’Ambiente che presentò un’ interrogazione ai Ministri della Cultura e dell’Ambiente, rispettivamente Sangiuliano e Pichetto Fratin, chiedendo quali interventi gli enti preposti avrebbero dovuto adottare per evitare il taglio del bosco.
Ora, il caso, si sposta nelle aule di tribunale, ne vedremo i risvolti nei prossimi giorni.