Si prepara ad accogliere l’arrivo di Arturo, Monteforte Cilento, per l’ultimo saluto di quel ragazzo sorridente, volenteroso, un vero lavoratore, morto schiacciato dal trattore che guidava in un podere di Monte San Pietro, nel bolognese. Arturo Orlando, 21 anni appena, aveva lasciato il piccolo centro cilentano in compagnia del fratello in cerca di lavoro, qualsiasi cosa pur di assicurasi un’indipendenza economica. Era partito per un lungo viaggio, ignaro che fosse l’ultimo. Il nome di Arturo orlando si aggiunge a quella lunga lista di morti sul lavoro, oltre 600 in soli 9 mesi. Soltanto una settimana fa, a Tramonti, vicino a Salerno, un altro operaio era deceduto in seguito allo schiacciamento del suo corpo, rimasto incastrato tra un camion e il cancello del cantiere sul quale lavorava. Anche il quel caso, non c’era stato niente da fare, inutili i soccorsi, inutile l’intervento dell’ eliambulanza. La comunità di Monteforte si è stretta attorno alla famiglia del ragazzo, fulminata dalla più terribili delle disgrazie. La salma di Arturo, che aveva solo 21 anni, sarà accolta nei prossimi giorni tra la braccia di un’intera comunità, l’ultima stretta a quel giovane d’esempio, che proprio non ci stava ad arrangiarsi, voleva un lavoro che gli desse dignità, futuro, ed invece è riuscito soltanto ad allungare una lista degli oltre 600, caduti sotto la scure dei lavoro a rischio .