Ascea – E’ polemica tra Fare Ascea e il sindaco D’Angiolillo sul caso vigili
Il Consiglio di Stato ha respinto la richiesta di sospensiva del Comune che ha permesso ai vigili urbani di rimanere in servizio fino ad oggi, rilevando che “…non sussistono elementi per l’accoglimento della domanda cautelare…”.
Con tale pronuncia è stata respinta l’istanza con cui il Comune di Ascea aveva richiesto la sospensione dell’efficacia della sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale.
Fare Ascea attacca: “Così si è consumato l’ennesimo capitolo della saga relativa al concorso dei vigili urbani, che ormai si avvia verso una conclusione. Il Comune di Ascea, tra ordinanze non eseguite, sentenze non applicate e presunti ritardi di notifica ha fatto di tutto per generare confusione sulla vicenda e portare il più avanti possibile la controversia. L’obiettivo non dichiarato era quello di arrivare alle porte della stagione estiva con la scusa di dover gestire la sicurezza di un comune turistico senza un adeguato organico. Tutto per giustificare il mantenimento in servizio dei vigili e l’assunzione degli stagionali. Ma nemmeno questo è stato sufficiente. Il ricorso al Consiglio di Stato è solo l’ultimo disperato tentativo di allungare il brodo, salvare la faccia e nascondere le proprie responsabilità.
L’ultima grande idea é stata l’assunzione di 4 vigili stagionali per una settimana, dal giorno 1 Luglio al giorno 7 Luglio, proprio nell’attesa dell’esito della richiesta di sospensiva. Effettiva necessità? Il dubbio é lecito, Ascea non é certamente presa d’assalto dai turisti durante i primi giorni di Luglio”.
La difesa del Sindaco D’Angiolillo: «Contrariamente alle affermazioni di chi con giovanile superficialità confonde la realtà con la fantasia, si sottolinea che in data 7 luglio 2016 è stata discussa l’istanza cautelare relativa al ricorso in appello presentato dai due vincitori del concorso dei vigili urbani e, in tale fase, il Consiglio di Stato ha respinto la richiesta di sospensiva promossa dai vincitori del concorso e non dal comune di Ascea». Con queste parole il primo cittadino di Ascea, Pietro D’Angiolillo, tenta di chiarire alcuni risvolti della vicenda del concorso dei vigili urbani finito su tutte le pagine dei quotidiani locali e nelle aule del Tar, prima, e del Consiglio di Stato, poi.
«Il continuo alternarsi di decisioni contrapposte – continua il sindaco – in merito al concorso dei vigili, sottolinea la complessità giuridica della problematica inerente al principio dell’anonimato delle prove scritte e se tale principio vada valutato in concreto o in astratto. Tutto ciò impone cautela nei giudizi e consiglia, opportunamente, di attendere che sulla vicenda sia pronunciata la parola “fine” con la sentenza definitiva del Consiglio di Stato, che arriverà fra alcuni mesi ed affronterà in maniera completa e dettagliata le tematiche giuridiche sottese alla vicenda giudiziaria». Al concorso presero parte persone da ogni parte del Cilento, ma anche provenienti da diverse regioni della Stivale. Secondo alcuni il test era truccato e studiato a tavolino. Secondo altri, invece, si tratta di «semplici errori accidentali».
«Basti pensare – dice il sindaco D’Angiolillo in una missiva inviata agli organi di stampa – che in data 29 aprile 2016 il Consiglio di Stato, in sede di appello, con decreto sospendeva la sentenza del Tar Salerno; mentre a distanza di qualche mese viene rigettata la richiesta di sospensione cautelare della sentenza impugnata. L’amministrazione comunale, contrariamente alle deduzioni equivoche e “interessate” di chi confonde (o finge di confondere) gli atti d’indirizzo di competenza degli organi politici e gli atti di gestione che competono ai responsabili dei settori, sottolinea e chiarisce che rispetterà ogni decisione del massimo organo di giurisdizione amministrativa e che ogni provvedimento è teso esclusivamente a tutelare gli interessi dell’Ente e ad evitare danni a carico dello stesso. Basta pensare, tanto per sottolineare il semplicismo e la superficialità di chi dopo la sentenza di primo grado invitava l’Ente a mandare a casa i vincitori del concorso, che se ciò fosse avvenuto, il comune di Ascea avrebbe potuto risarcire i danni agli interessati, stante la successiva sospensione dell’efficacia della sentenza del Tar, avvenuta con decreto del 29.4.2016 del Consiglio di Stato».
«Non sfuggirà – conclude il primo cittadino di Ascea – ad attenti osservatori ed a tutti coloro che, in modo superficiale, illogico e forse interessato, pontificano su tutto senza aver fatto nulla per il paese, quali sono state le risultanze dei concorsi che in passato sono stati espletati ad Ascea. E se la memoria è corta, glielo ricorderemo. L’amministrazione comunale, nel proprio agire, ha esclusivamente interesse a perseguire i principi di efficacia, di efficienza e di giustizia e resta in attesa della sentenza definitiva al fine di poter attuare definitivamente la programmazione del fabbisogno di personale. Nel frattempo, voglio rassicurare tutti, anche chi non conosce come affrontare i problemi, che il comune gestirà la stagione estiva ed il servizio di Polizia Locale con un adeguato organico, attingendo alle graduatorie di altri Enti».