BATTIPAGLIA – Traffico di rifiuti, 13 arresti
Anche una ditta di trasporti con sede operativa a Battipaglia, la “GService”, gestita dal 54enne Emilio Guerra, è finita nel maxi-blitz della Squadra Mobile di Roma, che ha smantellato un’agguerrita organizzazione criminale specializzata nel traffico internazionale di rifiuti.
Lo stesso Guerra è stato colpito da un’ordinanza di custodia in carcere insieme ad altre otto persone; quattro invece le persone finite ai domiciliari.
Nel mirino degli inquirenti un traffico di vestiti usati raccolti per conto dei Comuni – Roma in primis – che venivano rivenduti all’estero.
Ai vertici dell’organizzazione criminale c’era un boss della camorra, Pietro Cozzolino, capo dell’omonimo clan della zona di Portici-Ercolano.
Nell’inchiesta della procura di Roma sono emersi contatti anche con Mafia Capitale e Salvatore Buzzi, dominus delle coop sociali divenute strumento di malaffare.
, i vestiti lasciati dai cittadini nei cassonetti dedicati erano stoccati in punti di raccolta, ma non bonificati prima dell’export, specie in Tunisia e in altre zone del Nord Africa o in Paesi dell’Est europeo come Polonia, Bulgaria e Romania.
L’igienizzazione era solo sulla carta, attraverso una serie di falsi documentali. In questo modo il gruppo criminale risparmiava molto sui costi e realizzava un giro d’affari quantificato per tre cooperative sequestrate in oltre un milione e mezzo di euro. Ma sicuramente più ampio: il sistema durava da anni.
Nel 2012 oltre 3 milioni di kg di vestiti in 184 container partiti in nave da Civitavecchia e Salerno per l’Africa o in camion verso l’Est. Tra i personaggi principali Danilo Sorgente, capo delle cooperative New Horizons Onlus e B&B Ecology di Roma, ma soprattutto Pietro Cozzolino, formalmente un socio della coop di Sorgente, in realtà boss dell’omonimo disciolto clan camorristico, attivo nell’area vesuviana di Napoli fino agli anni ’90, specie nel traffico di droga.
Cozzolino, con il fratello Carlo, per gli investigatori ha messo a disposizione di Sorgente i contatti in Campania e la sua esperienza criminale. Ma il Gip non esclude che il traffico “non sia rientrato nel più ampio disegno dirigista e corruttivo di Salvatore Buzzi», presunto braccio imprenditoriale di Massimo Carminati in Mafia Capitale.