Abbiamo presentato un’interrogazione al Ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica per chiedere conto degli interventi di demolizione della falesia autorizzati dal Comune di Camerota presso un’area di enorme pregio ambientale e paesaggistico sulla spiaggia del Mingardo, nel Parco Nazionale del Cilento,Vallo di Diano e Alburni.
Si tratta di un’ area Sic, Patrimonio dell’Unesco sulla quale sono state fatte brillare parti di falesia dopo molte settimane in cui l’intero costone è stato demolito anche attraverso l’azione di mezzi meccanici, stravolgendo irrimediabilmente il paesaggio e causando danni alla popolazione che da due mesi non può utilizzare il tratto di strada provinciale 562, tra Cala Ficnocchiara e la Spiaggia della Vela.
La Divisione III – Strategie della biodiversità del Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica con una nota del 22 febbraio 2023 indirizzata anche al comune di Camerota, conferma che «l’area in oggetto è inserita sia all’interno del Parco Nazionale del Cilento che della ZSC IT8050041 “Scoglio del Mingardo e spiaggia di Cala del Cefalo”, a carico della quale potrebbero verificarsi interferenze e impatti in grado di generare possibili danni ambientali».
Il Ministero stesso ha richiesto all’amministrazione «di fornire informazioni circa le attività segnalate e se le stesse siano state autorizzate nel rispetto di quanto disposto dall’articolo 6 della Direttiva 92/43/CEE “Habitat” in materia di Valutazione di Incidenza, oltre che in coerenza con le Misure di Conservazione del sito Natura 2000 presente».
Pertanto chiediamo al Ministro dell’Ambiente Pichetto Fratin se sia a conoscenza dei lavori eseguiti e dei danni ambientali provocati da questo intervento e se ritenga – per quanto di sua competenza – di dover intraprendere iniziative affinché, prima di effettuare ulteriori interventi estremamente invasivi e dal forte impatto ambientale, siano fatte tutte le valutazioni tecniche previste per legge”: lo dichiarano in una nota il deputato Arturo Scotto e la deputata Michela Di Biase, firmatari dell’interrogazione. (comunicato stampa)