In occasione del “Giorno del ricordo”, che ricorre domani (10 febbraio) in memoria delle vittime delle foibe, dell’esodo giuliano-dalmata e delle vicende del confine orientale, il Comune di Castellabate, in collaborazione con il locale Istituto comprensivo, ha organizzato una manifestazione pubblica che si terrà alle ore 9 presso la scuola media di Santa Maria. Saranno proiettati il video realizzato dagli studenti e un estratto dello spettacolo “Magazzino 18” del cantautore Simone Cristicchi.
Saranno presenti il sindaco di Castellabate Costabile Spinelli e l’assessore alla Cultura Luisa Maiuri.
«Scopo dell’iniziativa è ricordare le vittime delle foibe e l’esodo a cui furono costretti gli istriani, i fiumani e i dalmati nel secondo dopoguerra – spiega l’assessore alla Cultura Luisa Maiuri – Una tragedia complessa e mai abbastanza conosciuta del nostro Novecento e una pagina dolorosissima della storia d’Italia, che però può contribuire a far comprendere ai nostri giovani la necessità di costruire un futuro con i valori di libertà, pace e tolleranza. Il Comune di Castellabate, negli ultimi anni, ha intitolato ben tre strade in ricordo di questo avvenimento, ovvero Via Martiri delle foibe, Via Norma Cossetto, una delle vittime istriane di questo orrore, e Via Giovanni Romito, un nostro cittadino scomparso nel settembre del 1943 a Zara. Abbiamo anche avuto la testimonianza telefonica della sorella di Norma, Licia Cossetto, la presenza di Miriana Tramontina, delegata dell’Associazione nazionale Venezia Giulia Dalmazia per la provincia di Salerno ed esule istriana, e di Bruno Dalto, figlio di un esule istriano. Quest’anno proponiamo agli studenti lo spettacolo di Cristicchi, che affida questo recupero della memoria agli oggetti che appartenevano alla vita quotidiana degli esuli».
Al Porto Vecchio di Trieste c’è il Magazzino 18, dove ancora oggi sono accatastati gli oggetti di proprietà degli esuli che, dopo i trattati di Parigi del 1947, lasciarono le loro terre natali dell’Istria e della fascia costiera destinate a diventare jugoslave. All’interno di questo ambiente ci sono sedie, armadi, materassi, letti, stoviglie, fotografie, giocattoli e altre cose, che chi partiva lasciava a Trieste sperando di poterne rientrare in possesso in futuro.
Simone Cristicchi è rimasto colpito da questa vicenda e ha deciso di ripercorrerla in un testo che prende il titolo proprio da questo luogo. Il risultato è uno spettacolo punteggiato da canzoni e musiche inedite, che parte da questi oggetti privati per narrare le vite degli esuli, tra differenti registri vocali, costumi, atmosfere musicali, in una koinée di linguaggi che trasfigura il reportage storico in una forma “musical-civile”.