Chiesa vuota, undici persone in tutto, dodici con il nuovo parroco di Piaggine, don Loreto Ferrarese. Al suo attivo quattro parrocchie, un lavoro incessante, per espletare quello che è il suo ministero, talmente difficile, la conciliazione del dire,, almeno, messa in quattro parrocchie, che le funzioni a Piaggine sono previste soltanto la domenica, soltanto alle 18, 30. Ieri, la chiesa, chiusa, dunque, in tutti i giorni della settimana, tranne che la domenica sera, era praticamente vuota: eppure, la riapertura della casa di Cristo in Piaggine coincideva con l’insediamento di don Loreto, subentrato a padre John, sollevato dal vescovo, dall’incarico di parroco, nonostante le proteste della comunità. Una comunità che partecipava numerosissima alle funzioni religiose del parroco trasferito, due messe quotidiane, celebrazioni liturgiche sentite, che erano riuscite ad avvicinare anche i fedeli più scettici e smarriti. Inutili le proteste dei cittadini di Piaggine per evitare che l’amato parroco don John venisse sostituito, affidato ad un supplente che, evidentemente, non avrebbe potuto essere in chiesa, se non nei ritagli di tempo, conciliando gli impegni di altre tre parrocchie. Una chiesa part-time, questo urlano i piagginesi, non può essere né una guida, né un luogo di sollievo, di comunione cristiana. E infatti, ieri sul sagrato antistante alla chiesa di Piaggine, erano in centinaia ad assistere a quella messa settimanale. Le luci del tempio cattolico, illuminavano undici sagome, alle spalle del parroco don Loreto, mentre fuori in piazza, tra i vicoli del paese, donne, uomini e bambini, attraverso anche la voce del sindaco, invocavano, almeno, un parroco, non un supplente. Chiedevano al Vescovo, della Diocesi di Vallo della Lucania, che niente ha voluto dire sulla vicenda di padre John, di inviare un nuovo custode delle chiesa e del popolo. Un prete full time, a tempo pieno, come hanno riferito i piagginesi, qualcuno che apra le porte della chiesa ogni giorno, non alla domenica, prima di cena.