Continua l’emergenza lavoro nel mondo del commercio e del turismo. Il 36% delle imprese segnala di aver avuto quest’anno difficoltà a reperire personale, difficoltà che in molti casi non sono state ancora superate e rischiano di causare un buco nella stagione estiva ormai alle porte, per la quale saranno necessari fino a 100.000 lavoratori in più.
A stimarlo è Confesercenti sulla base di un sondaggio in occasione delle Celebrazioni del Primo Maggio: a frenare il lavoro nei due comparti è anche la carenza di candidati, fattore indicato dal 28% delle attività con difficoltà di reperimento.
Una carenza che le imprese attribuiscono alla visione della stagionalità come precarietà, ma soprattutto sui giovani pesa l’impegno nei giorni festivi e prefestivi e l’idea che nel commercio e nel turismo, ci sia poca possibilità di crescita professionale ed economica.
A rendere difficile il reperimento di addetti però è soprattutto il mismatch, ovvero il disallineamento tra domanda e offerta di lavoro: quasi un’impresa, con problemi di personale su due indica infatti come impedimento principale proprio la mancanza di candidati con una preparazione adeguata, fattore minore invece è quello economico: solo il 19% segnala di non aver assunto perché non si è trovato l’accordo sui compensi.
Nonostante questo, per superare i problemi, il 43% delle imprese ha fatto leva proprio sull’offerta economica sotto forma di incentivo o retribuzione maggiore rispetto al CCNL di riferimento, circa il 16%, invece, si è rivolto ad un’agenzia di lavoro privata, il 31% però non è riuscito comunque a trovare gli addetti necessari e per far fronte alla carenza, progetta di tagliare i servizi offerti ai clienti.
“Il problema della carenza di personale nel commercio e nel turismo è sempre più stringente così come lo stiamo raccontando ormai da quasi tre anni a questa parte, dalla pandemia in poi” – dichiara il presidente provinciale di Confesercenti Raffaele Esposito – “per risolverlo, in linea con le dichiarazioni della nostra Confederazione Nazionale, bisogna garantire maggiore flessibilità contrattuale e rafforzare le politiche attive per la formazione” -secondo la guida salernitana dell’associazione di categoria per gli stagionali del turismo servirebbe un decreto ad hoc con misure come il credito d’imposta alle imprese per sostenere vitto e alloggio degli stagionali e favorire la mobilità interreggionale.
“Da rivedere anche la formazione: va ripristinato un stabile tra scuola e lavoro per agevolare l’ingresso dei giovani nei nostri settori.
“Quì nella nostra provincia salernitana il dato è ancora più drammatico perché è indispensabile avere già da tempo e immaginato ed inglobato nel proprio organico figure professionali fondamentali per svolgere l’attività lavorativa ed aprire al pubblico registriamo al momento, ancora diverse criticità”