Coronavirus, la speranza da un farmaco anti artrite testato a Napoli

“Incoraggianti miglioramenti già a distanza di 24 ore dall’infusione”, sono queste le bellissime parole che arrivano dal Cotogno di Napoli dove, come in Cina, per i casi più gravi è stato sperimentato un farmaco anti artrite.

Il  Tocilizumab,  farmaco che viene di solito dispensato per curare la cura dell’artrite reumatoide ha dato dei primi riscontri molto buoni. Il Tocilizumab in Cina è un farmaco di elezione nel trattamento della sindrome da rilascio citochimica dopo il trattamento con le cellule CAR-T, e sarebbe già in fase di sperimentazione clinica in 14 ospedali di Wuhan.

Nell’esperienza cinese sono stati 21 i pazienti trattati che hanno mostrato un miglioramento importante già nelle prime 24-48 ore dal trattamento, che si effettua con un’unica somministrazione e che agisce senza interferire con il protocollo terapeutico a base di farmaci antivirali utilizzati.

Un’altra splendida notizia arriva infine da Israele dove il ‘Galilee Reasearch Istitute’ (Migal) di Israele ha annunciato di aver raggiunto «risultati scientifici» tali da poter «portare alla rapida creazione di un vaccino contro il coronavirus». Lo ha fatto sapere lo stesso Migal secondo cui «questa possibilità è stata identificata come sottoprodotto dello sviluppo di un vaccino contro l’Ibv (virus della bronchite infettiva), una malattia che colpisce il pollame, la cui efficacia è stata dimostrata in studi preclinici condotti presso l’Istituto stesso». Dalla ricerca – ha continuato il Migal – è stato scoperto che «il coronavirus del pollame ha un’elevata somiglianza genetica con il COVID-19 umano e che utilizza lo stesso meccanismo di infezione, un fatto che aumenta la probabilità di ottenere un vaccino umano efficace in breve tempo periodo di tempo».