Covid, chiuso il reparto di Eboli. C’è da tornare a preoccuparsi?
Nuove varianti si affacciano in Italia
Sta ritornando effettivamente il Covid? Non è certo il caso di creare allarmismi, ma come sempre, data purtroppo la familiarità che tutti abbiamo avuto con l’evento o con la conoscenza dello stesso, è importante valutarne un effetto data-dipendente.
Casi in rialzo
Il numero dei casi di positività nel nostro Paese hanno subito, negli ultimi giorni, un rialzo. Non tale da dover chiudere tutto come nei tempi del lockdown del 2020 e delle chiusure regionali del 2021, anno in cui arrivarono gli effettivi rimedi con i vaccini, ma sicuramente occorre tenere alta la guardia.
Il caso di Eboli
L’hanno pensata così anche all’ospedale di Eboli, dove nel reparto di medicina dell’ospedale “Maria Santissima Addolorata” si è sviluppato un focolaio. I pazienti, in tutto sedici, dopo aver accusato sintomi quali febbre, dolori articolari e mal di gola, sono risultati positivi a seguito di un tampone effettuato. In questi giorni il Ministero della Salute dovrebbe emanare una circolare per ciò che concerne l’arrivo al Pronto Soccorso ed il corretto utilizzo dei tamponi. Dalle parti del Governo puntano ad una diagnosi differenziata, in modo forse da avere numeri più veritieri.
Variante Eris predominante, ma occhio alla Pirola
La variante in questo momento circolante è quella denominata Eris che è quella prevalente, ma se ne sta affacciando un’ altra, denominata Pirola, che presenta attualmente qualche piccola caratteristica di preoccupazione. Si tratta di una variante decisamente mutata nella sua composizione poichè potrebbe eludere la risposta immunitaria, ma dovrebbe essere decisamente meno infettiva. Gli studi vanno comunque avanti, nel frattempo sarebbe meglio, forse, in taluni soggetti, riprendere a rispettare con scrupolosità le norme igieniche, che dovrebbero in realtà, funzionare a prescindere dal rischio virale, anche in vista della prossima stagione invernale.