Esattamente tra cinque giorni gli studenti della Campania saranno chiamato al ritorno a scuola dopo le festività natalizie. Secondo le disposizioni governative il rientro sarà sicuramente in presenza. A ribadirlo lo stesso ministro dell’istruzione Patrizio Bianchi nell’incontro con i sindacati della scuola. Nel corso della riunione tra il premier Draghi e i ministri a Palazzo Chigi, inoltre, è emersa la volontà di rivedere il numero di contagi che fa scattare la Dad per tutta la classe.
Ma De Luca e la Campania non paiono accettare la linea definitiva dal Governo centrale. Lo stesso De Luca, nei giorni scorsi, aveva già annunciato la richiesta di posticipare di 25-30 giorni il ritorno in classe per far abbassare la curva del contagio (con il picco previsto proprio a fine mese) e rendere maggiormente sicuri i presidi scolastici. Quelle del governatore sono state dapprima delle richieste poi delle imposizioni: «Farò da solo se il governo non decide»
Ma il motivo del posticipo del ritorno in classe sarebbe anche logistico e condivisibile. Troppi contagi, infatti, e pochi vaccinati fra i ragazzi renderebbero la situazione ingestibile. Anche considerando che con un tracciamento oramai saltato per l’alto numero di positivi le quarantene e i giorni di chiusura “forzata” rischierebbero di allungarsi parecchio.
Ieri, inoltre, è stato definito il testo di proposta delle nuove regole prodotto dai presidenti regionali e indirizzato alla conferenza Stato-Regioni. Dad con 1, 2 o 3 contagi in base all’età; stop all’educazione fisica e al canto e per le scuole dell’infanzia; una settimana di isolamento con un solo contagio. E alle elementari e medie quarantena di 7 giorni in presenza di 2 o più casi.
Ma come detto, in tutto questo, la Campania ha altri programmi. Ovvero la chiusura per altre due settimane della scuola. Due settimane da recupera a Giugno, l’ordinanza di Palazzo Santa Lucia sarebbe sostanziata esclusivamente da gravi motivi sanitari in ordine all’incremento dei contagi.