Covid, vaccino Pfizer: completata fase 3 funziona al 95%. Altre notizie positive arrivano dalla sperimentazione.
Il vaccino contro Sars-Cov-2 sviluppato da Pfizer/BioNTech ha completato i test di fase 3 su 44mila volontari, risultando efficace al 95% nel prevenire la comparsa dei sintomi (e quindi la malattia). Un dato incoraggiante, ancor più di quanto avessero suggerito i risultati intermedi — comunicati nei giorni scorsi —, secondo cui l’efficacia poteva essere valutata intorno al 90%.
Inoltre il vaccino in questione non ha provocato effetti collaterali gravi nei volontari. Lo comunicano le due aziende, illustrando i risultati del completamento della fase 3 dei test. Si tratta , osserva il New York Times, della prima serie di risultati completi di una sperimentazione in fase avanzata.
La concorrente americana
Questo nuovo dato colloca il vaccino messo a punto da Pfizer e BioNTech davanti a quello dell’azienda farmaceutica concorrente Moderna (Usa), la cui efficacia risulta per ora pari al 94,5% (dati intermedi). Alla luce della fine della sperimentazione, Pfizer e BioNTech hanno comunicato che depositeranno a giorni la richiesta di autorizzazione di emergenza alla Food and drug administration statunitense (emergency use authorization), premessa indispensabile per la distribuzione del vaccino.
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La tecnica dell’Rna messaggero
Se tutto va come previsto, il vaccino potrebbe arrivare in quantità massicce a fine 2021, con 1,3 miliardi di flaconi. Cinquanta milioni di dosi sarebbero invece distribuite entro la fine di quest’anno e basterebbero per 25 milioni di persone: la schedula infatti è di due iniezioni, a distanza di alcune settimane una dall’altra.
Il vaccino sviluppato dal gigante farmaceutico Pfizer (Usa) e dall’azienda tedesca BioNTech (fondata da immigrati turchi) utilizza una tecnologia innovativa: contiene nanoparticelle lipidiche che circondano e proteggono una striscia di materiale genetico, l’Rna messaggero (mRna). Dopo che il siero è stato iniettato, la capsula adiposa trasporta il suo carico nelle cellule e l’Rna messaggero le istruisce a costruire la proteina spike, insegnando così al sistema immunitario a riconoscere e bloccare il coronavirus (che utilizza appunto la proteina spike per legarsi alle cellule umane). È lo stesso approccio utilizzato dell’azienda americana Moderna.
All’Italia 27 milioni di dosi
L’Europa si è assicurata dosi del vaccino Pfizer/BioNTech grazie a un contratto firmato il 10 novembre. «Quello sviluppato da BioNTech/Pfizer è il vaccino più promettente finora». L’accordo — annunciato da Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea — consta di due parti: la prima per la fornitura di 200 milioni di dosi, a cui potrà essere aggiunta un’opzione per altri 100 milioni di flaconi, assegnati con criteri da stabilire.
La quota riservata all’Italia, per ora relativa alla prima tranche, è il 13,51% del totale, ovvero 27 milioni di dosi. La ripartizione avviene sulla base della popolazione di ciascuno Stato membro rispetto al totale degli abitanti della Ue.