La decisione di riaprire agli spostamenti regionali dal 3 giugno ha aperto un aspro dibattito soprattutto tra i Governatori regionali. De Luca guida il fronte per non aprire la Lombardia dove si registrano ancora troppi contagi.
L’invito a Fontana di chiudere i confini un’altra settimana
A preoccupare più di tutto i governatori restii alla riapertura dei confini a partire dal 3 giugno, è la Lombardia. La Regione che ha ancora il numero più alto di contagi e di morti da Covid-19. Il governo ha deciso di non porre alcuna restrizione ulteriore, di far valere anche per i lombardi le regole che varranno per tutti gli altri: libertà di circolazione ovunque, senza quarantene, senza passaporti sanitari di sorta.
Numerose le chiamate dagli altri Governatori ad Attilio Fontana della Lombardia. L’invito è quello di limitare gli spostamenti fuori regioni di almeno una settimana. L’idea delle altre regioni è quella di far sì che sia proprio Fontana a prendere la decisione più saggia.
La situazione in Lombardia
Ieri in calo i nuovi positivi ma non così velocemente. Ancora nelle ultime 24 ore si registrano 221 contagiati su 416 in totale in Italia e 67 vittime su 111. Una realtà sempre più lontana da gran parte del resto del Paese, con sei regioni a zero nuovi contagi nell’ultima rilevazione: Abruzzo, Umbria, Sardegna, Molise, Calabria e Basilicata. E lunedì in Lombardia saranno riaperte piscine e palestre, col rischio di nuovi contagi.
De Luca guida il fronte per non aprire la Lombardia
Mentre il governo prosegue con il ministro Francesco Boccia la linea dell’apertura omogenea il governatore della Campania Vincenzo De Luca attacca: «Non si comprende il perchè di un’apertura generalizzata». Con lui sono schierate in particolare alcune Regioni del centro-sud e le isole Sicilia e Sardegna, destinatarie di ingenti flussi di turismo estivo.
Enrico Serrapede