Sono ormai decenni che lungo lo splendido litorale cilentano, si denunciano delle criticità di natura ambientale. Purtuttavia, sono decenni che si attende la costruzione del noto depuratore, che si stava completando nel lontano 2008 a Palinuro. Secondo i fautori, questo progetto, avrebbe dovuto arginare l’annoso problema dei “possibili” sversamenti di liquami nei mari del Cilento, dove non sono presenti impianti di depurazione.
La nuova struttura darà sollievo economico a coloro i quali fanno argine a tale problema in proprio, con fosse ecologiche ed impianti dei Villaggi turistici.
La rinomata località cilentana (Palinuro), dovrebbe far confluire nel depuratore, costato finora 1 milione 600 mila Euro circa, le acque reflue di 30-40 mila persone. Come stimato dai progettisti. Ciononostante, l’imponente impianto, con i dovuti collegamenti fognari ha raggiunto nel corso degli anni il costo totale di più di 11 milioni di Euro.
Nel tanto vituperato depuratore, più volte citato dalle cronache locali e nazionali (infatti anche la trasmissione “Striscia la notizia” di recente si è occupata della vicenda), verranno purificati i liquami non solo di Palinuro, bensì di una parte di Marina di Camerota, Centola, Pisciotta e Caprioli. Dunque basta fare un calcolo estremamente sommario, per rendersi conto che i fruitori, durante la stagione estiva, saranno molti di più della fatidica cifra delle 40 mila unità. Tale fattore potrebbe mettere a dura prova la capienza dell’impianto, causando numerosi ed ulteriori danni ambientali, tra i quali il possibile riversamento delle acque non purificate nel vicino fiume Lambro, che confluirebbero direttamente nel cristallino mare palinurese.
Ritornando al punto gli scandali non sono finiti sicuramente qui. Infatti durante la costruzione dell’opera (sperando possa essere completata con esiti positivi e non con gli scenari preannunciati), c’è stata una “svista” destinata a restare negli annali storici: non è stato previsto l’impianto elettrico! Senza il quale il depuratore non potrà mai essere messo a regime. Insomma oltre al danno anche la beffa. Per il completamento della struttura con l’installazione dell’impianto elettrico, sono stati stanziati 2 milioni di Euro. Tale finanziamento è tuttora impantanato in lungaggini di natura giudiziaria, invece un contenzioso fra la ditta aggiudigataria e quella arrivata al secondo posto durante la gara d’appalto.
Dunque un ulteriore lavoro all’italiana finito male.
Antonello Fedullo