“Acerra ha già dato. Ora è arrivato il momento di capire perché qui la gente muore e per fare questo c’è bisogno di aprire un ragionamento ampio e non andare per step ogni qual volta si presenta un nuovo problema.”
Queste le parole pronunciate dal sindaco Raffaele Lettieri, il quale anticipa di fatto quelli che saranno i contenuti dell’incontro fissato per questa mattina a Napoli, negli uffici dell’assessorato regionale all’ambiente, per discutere del futuro alquanto incerto delle 10.700 tonnellate di ecoballe che dovrebbero essere bruciate nel termovalorizzatore a nord di Napoli.
Il sindaco, peraltro, ha spiegato che la la loro non è una presa di posizione contro le ecoballe di Eboli, quanto piuttosto contro l’impianto stesso, che non può, né deve smaltire migliaia e migliaia di rifiuti prodotti durante la mala gestione dell’emergenza rifiuti in Campania.
Aggiunge peraltro che ad Eboli devono arrivare solo ed esclusivamente le ecoballe prodotte dagli Stir campani. Per tutto il resto le porte della città di Eboli sono chiuse.
Che fine ha fatto il famoso piano regionale dei rifiuti che prevedeva altri due termovalorizzatori, compreso quello di Salerno?
Ieri mattina lo stesso sindaco ha raggiunto un presidio di oltre 1000 manifestanti che protestavano davanti ai cancelli della A2, invitando i suoi concittadini a rimuovere i blocchi al fine di non paralizzare la raccolta dei rifiuti in tutta la regione.
Invito analogo è stato quello del vescovo di Acerra, Antonio Di Donna, il quale già durante la messa per i defunti aveva espresso un’aperta critica nei confronti di ogni posizione estremistica volta al blocco totale dell’impianto, invitando tutti al dialogo istituzionale.
Tale dialogo rischia però di interrompersi bruscamente, abbandonando al proprio destino le ecoballe salernitane e il sito di Coda di Volpe che, dopo 6 anni, sarebbe potuto essere bonificato e chiuso vanificando in questo modo anche gli appelli giunti proprio in queste ore dal mondo sindacale, con la Cisl di Salerno che attraverso il segretario provinciale, Matteo Buono, aveva chiesto chiarezza sullo svuotamento del sito.
“In questo momento – si legge in una nota dello stesso Buono – bisogna unire gli interessi delle popolazioni interessante più che contrapporli, in quanto entrambe sono vittime di una catastrofica gestione dell’emergenza rifiuti che fa sentire ancora i suoi effetti sulla pelle della gente.”
Buono si è poi chiesto il motivo per cui sono stati esclusi dall’incontro di oggi sia il comune di Eboli sia Ecoambiente di Salerno.
In realtà, il primo non compare fra i soggetti convocati dal dirigente dell’assessorato regionale, mentre la società provinciale è stata ufficialmente invitata, essendo gestore del sito di Coda di Volpe.
Sulla vicenda è poi intervenuta la grillina Isabella Adinolfi, la quale ha sottolineato che il problema sta nell’esistenza di un impianto di incenerimento dei rifiuti alla fine del ciclo.
Si tratta, continua la grillina, di una metodologia inquinante, antieconomica e contro tutte le leggi naturali.
Per la Adinolfi le proteste di Acerra dimostrano il fallimento della gestione rifiuti nella regione Campania: “Se la Regione avesse provveduto all’adozione di impianti di trattamento meccanico manuale a quel punto della filiera, adottando la strategia rifiuti zero, queste manifestazioni non ci sarebbero state. È l’ennesima dimostrazione che l’apertura come quella di Acerra ha risolto ben poco, per cui la costruzione e l’apertura di altri due impianti può già essere considerato un errore colossale.
di Emerenziana Sinagra
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