EBOLI – Sequestrata ambulanza senza assicurazione
Sotto sequestro un’ambulanza con paziente a bordo perché priva di assicurazione obbligatoria. L’inquietante episodio è avvenuto ieri, nel primo pomeriggio. L’operatore di una ditta privata stava conducendo un paziente, dimesso dal Maria Santissima Addolorata di Eboli, alla propria abitazione. Mentre il mezzo di soccorso stava per svoltare dalla discesa di Salita Vignola, proprio sotto l’ospedale cittadino, una pattuglia dei carabinieri in servizio è intervenuta intimando l’alt.
Il conducente ha accostato e sono iniziate le verifiche di routine. Attraverso la documentazione esibita i militari dell’Arma, coordinati dal capitano Cisternino, si sono resi conto che l’ambulanza circolava con il contrassegno assicurativo scaduto.
I carabinieri hanno svolto un controllo incrociato tramite il loro terminale al termine del quale hanno provveduto – come previsto dal Codice della Strada in questi casi – a sottoporre a sequestro l’ambulanza. Nel frattempo all’interno del mezzo di soccorso era in attesa il paziente che doveva essere trasportato a casa, dove avrebbe proseguito il suo recupero riabilitativo dopo la permanenza in ricovero all’ospedale ebolitano.
I proprietari dell’ambulanza hanno anche cercato di dimostrare che le pratiche di pagamento del contrassegno assicurativo erano già state effettuate e che quindi la mancanza del relativo contrassegno era solo frutto di una disattenzione. I carabinieri però sono stati inflessibili e hanno così provveduto al sequestro del mezzo di soccorso. Intanto il paziente è stato condotto nella propria abitazione da un’altra ambulanza privata.
Quello accaduto ieri non è il primo caso di sequestro di ambulanze di operatori privati. Infatti nel giugno del 2013 ne vennero sequestrate ben due nello stesso giorno. La motivazione sempre la stessa, il contrassegno assicurativo era scaduto. In quel caso però non vi era nessun paziente dimesso dall’ospedale da trasportare a casa.
Controlli quindi sempre più frequenti da parte delle forze dell’ordine, proprio per scongiurare le continue tensioni tra le “croci private”, sfociate anche in litigi e denunce tra i vari soccorritori.