Agropoli ha dato tutto. Ha dato tutto la squadra, ha dato tutto la società, ha dato tutto il pubblico. Trascinante, entusiasmante, caldo e grintoso. Il Carrano di Castellabate sembrava un catino infernale, una bolgia. Sotto il profilo degli encomi ognuno ha recitato la sua parte, ed anche qualcosa in più. Peccato che l’impresa delle imprese non sia riuscita.
Un altro Agropoli
L’ Agropoli di Turco sembrava una squadra trasformata per tutto il primo tempo ed il Gallipoli di Carrozza che sembrava una formazione imbattibile è stato ridimensionato sotto il profilo della prestazione. I salentini si sono spesso affidati ai lanci lunghi ed alle perdite di tempo. Queste ultime a volte sono state fastidiose, lunghe ed eccessive: l’arbitro Catanzaro non sempre le ha gestite al meglio, anche se parliamo di episodi che nel mondo del calcio sono antichi ed ognuno tira l’acqua al mulino proprio.
I primi quarantacinque minuti, dunque. La squadra ha giocato sui livelli altissimi, per intenderci sembrava quella del primo tempo con la Scafatese. De Sio, ad esempio, è stato pazzesco sia in fase di impostazione che di recupero palla. Da una di questa azioni è nato il primo gol di Salerno, che ha preso in controtempo Passaseo, portiere giallorosso. L’ Agropoli ha continuato a spingere trovando uno splendido 2-0 di Infimo sul finire del primo tempo. A quel punto era anche difficile tenere a bada le emozioni, anche per chi è un maestro nel self control. Tutto lo stadio credeva nella rimonta che non solo era possibilie, ma appariva nelle corde, come alle corde pareva invece il Gallipoli.
La stanchezza nella ripresa
Nel secondo tempo Infimo si è però divorato il 3-0 ed un po’ di stanchezza è inevitabilmente affiorata. I pugliesi, che nel primo tempo avevano visto attivo il solo Caputo, classe 2000, hanno preso campo e con i cambi hanno trovato un po’ più di freschezza. L’ Agropoli, invece, iniziava a girare a vuoto, pur con grande impegno. I cambi, dal punto di vista atletico, andavano fatti probabilmente prima. Carrozza ha capito le difficoltà dei delfini in questo senso ad un certo punto e quando ha inserito in special modo Perchaud, ha dato fisicità al Gallipoli.
Resta però il rammarico per il gol incassato, francamente evitabile, che ha tagliato le gambe a tutta la squadra e ha regalato ai giallorossi la promozione in D. Resta il rammarico perchè tra andata e ritorno con meno errori individuali il doppio confronto avrebbe potuto essere più in bilico fino alla fine dell’ ultima gara. All’ andata l’ Agropoli ha giocato piuttosto male, ma ha letteralmente regalato almeno tre gol. Complimenti al Gallipoli, ora ai delfini resterà la strada di un tentato ripescaggio, come avvenne nel 2019.
L’ Agropoli ha oltrepassato quest’anno il vincolo dei tre anni, altra regola federale che non ha alcun senso, mentre i dirigenti nazionali del movimento del pallone italico girano financo il nostro territorio a parlare di un rinascimento del calcio italiano nei fatti letteralmente inesistente: siamo francamente al limite dell’ invenzione, ma questo sarebbe un altro discorso.
Paparella pronto a compiere il grande salto
Comunque vedremo che cosa succederà. Sarà un’estate, come ormai da tradizione delfina, letteralmente piena di passione. Un’ estate che consegnerà Pietro Paparella con tutta probabilità al professionismo con Cagliari, Empoli e Bari su di lui. Una grande stagione la sua: complimenti davvero.