Ecco cos’è la variante del covid, Facciamo chiarezza dopo le ultime notizie.
La nuova variante è stata identificata per la prima volta, nei mesi scorsi, in Gran Bretagna; a causa delle sue caratteristiche — in particolare, la sua rapidità di trasmissione, che sarebbe fino al 70 per cento più elevata di quella finora dominante — il governo britannico ha deciso nella giornata di sabato 19 dicembre una serie di nuove misure di contenimento.
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Ecco cos’è la variante del covid
Nella giornata di domenica, poi, dopo che sabato il premier britannico Boris Johnson aveva annunciato nuove misure anti-Covid, molti Paesi europei — tra i quali l’Italia — hanno annunciato il blocco dei voli in arrivo dal Regno Unito. In Italia il blocco dei voli —unito al divieto di ingresso nel Paese per chi sia stato in Gran Bretagna nei 14 giorni precedenti al 20 dicembre, e al tampone obbligatorio per chi, arrivato dalla Gran Bretagna o transitato dalla Gran Bretagna nel corso dei 14 giorni precedenti al 20 dicembre, sia già in Italia — sarà attivo fino al 6 gennaio.
La nuova variante è già stata identificata in altri Paesi europei oltre alla Gran Bretagna, tra i quali la Danimarca, l’Olanda e l’Australia. Data la sua alta trasmissibilità, è altamente probabile che venga riscontrata, nei prossimi giorni, anche in altri Paesi.
Secondo quanto emerso dalle prime analisi, la nuova variante non sarebbe più letale di quella finora dominante, e i vaccini predisposti contro il coronavirus — sia quelli già approvati da diverse autorità sanitarie nel mondo, sia quelli in produzione — dovrebbero mantenere la loro efficacia anche contro questa nuova variante. Secondo quanto dichiarato dal ministro della Salute tedesco, Jens Spahn, all’emittente pubblica Zdf, gli esperti dell’Unione europea ritengono che i vaccini esistenti contro il coronavirus siano efficaci contro il nuovo ceppo a rapida diffusione identificato. «Nonostante si ipotizzi che queste mutazioni possano aumentare la trasmissibilità del virus, non sembrano alternare né l’aggressività clinica né la risposta ai vaccini», ha confermato Gianni Rezza, direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute.