Fiba Campania: incertezze amministrative e diatribe politiche stanno devastando settore balneare
Le considerazioni del presidente Esposito
Probabilmente, ovviamente ci auguriamo di no, sarà inutile attendere il pronunciamento della Corte di Giustizia Europea di domani per quanto riguarda il pur importantissimo risvolto politico amministrativo della questione sollevata dal TAR Lecce i nove quesiti fondamentali che forse andavano “discussi” in sede nazionale da tempo utilizzando buon senso e lungimiranza amministrativa non riusciranno a sovvertire il senso di incapacità del settore che in questi anni è stato per troppo tempo alla mercè di una politica interna altalenante ed approssimata sulla tematica.
E’ questa la considerazione amara del Presidente Regionale di FIBA Confesercenti Raffaele Esposito, all’indomani delle indiscrezioni della commissione UE su possibili sanzioni e procedure di infrazione per la questione spiagge italiane, Esposito presidente di lungo corso impegnato lavorativamente da anni nella guida sindacale non soltanto per il settore balneare dove però si è sempre contraddistinto per la ricerca e la promozione delle cosiddette buone pratiche territoriali universalmente apprezzate anche dalle associazioni ambientaliste che da sempre sollevano criticità territoriali e chiusure dei tratti di arenile ma che invece sponsorizzano ed apprezzano tali progettualità legate alla sostenibilità.
E’ una riflessione a 360 gradi che non trascende da una sana autocritica quella del presidente Esposito, probabilmente, prosegue i nostri sforzi spesso congiunti e in alcune occasioni contrastanti, hanno determinato una mancanza di appeal verso la categoria da parte della pubblica opinione, categoria per troppo tempo chiusa inspiegabilmente a riccio su se stessa, almeno nelle rappresentazioni mediatiche spesso di parte ovviamente, eppure quello che emerge sui media nazionali, quasi mai racconta la verità dei nostri territori dove ci sono famiglie e lavoratori spesso abbandonati al proprio destino che lottano, tra mille difficoltà amministrative, fiscali e burocratiche, per avere spazi in concessione puliti, decorosi, accessibili e che quando questo non avviene si rimboccano le maniche e si sostituiscono agli enti preposti per garantire con innumerevoli sforzi tutti questi servizi essenziali alla propria clientela, nazionale ed internazionale.
Abbiamo casi prosegue il Presidente Esposito di attività su suolo demaniale marittimo che lavorano come periodo di alta stagione 20/25 giorni in una stagione turistica che noi stessi non definiamo nemmeno imprenditori balneari ma semplicemente lavoratoti i primi lavoratori della propria azienda, ecco era questa la fotografia virtuosa che avremmo voluto vedere portata avanti anche dalla politica tutta in sede europea e non quella dei pur importanti e rispettabilissimi stabilimenti infiniti con cifre da capogiro, l’ Italia costiera è soprattutto questa: piccole ma dignitose attività colonna portante del made in Italy che ogni giorno lavorativo cercano di dare senso e vivibilità alle nostre coste troppo spesso dimenticate e sottoposte da infiniti problemi come quelli della qualità delle acque, della erosione costiera, dell’accessibilità, della sostenibilità e del rischio idrogeologico.
Una opportunità mancata quella di difendere davvero un tessuto economico e sociale tutto nostro legato al concetto di Italia che probabilmente, ma noi lavoreremo affinché questo non accada, sarà sempre più nelle “mire” espansionistiche di multinazionali e speculatori che vorranno mettere le mani sopra le nostre spiagge o quello che ne rimane visto il dossier sull’ erosione delle nostre coste sempre più drammatico.
C’erano e forse sono ancora nella mente dei nostri imprenditori e di noi stessi conclude il Presidente Esposito grandi grandissime aspettative di tutela verso chi ieri gridava all’opposizione denunciando quanto stava succedendo in ambito nazionale ed europeo a discapito del turismo italiano, perché parliamo di questo, ma oggi tranne rare eccezioni di manifestazione di coerenza la politica nazionale sta consegnando ad “altri” la possibilità di regolamentare in maniera condivisa e concertata la riforma del settore demaniale marittimo italiano.
La cosa maggiormente preoccupante di tutto questo è che interi posti di lavoro per attività create dal nulla e specie qui al SUD saranno a rischio, probabilmente lo sono già da tempo, a causa dell’incertezza amministrativa e della sempre più probabile messa a bando anche delle aree che un tempo non desiderava nessuno, perché la verità è questa, e sulle quali qualcuno anni addietro ha immaginato di crearci una attività per loro stessi e per le loro famiglie che soltanto oggi a distanza di decenni diventa “appetibile”.
Un aspetto terrificante che unitamente al falso problema della scarsità delle risorse e dell’interesse transfrontaliero per aree in concessione che come detto in premessa lavorano 20/25 giorni di alta stagione potrebbero, dopo i mesi terribili della Pandemia e dopo la lenta diminuzione dei sostegni a cittadini ed imprese, determinare criticità sociali ancora più marcate.
Staremo a vedere, anzi a leggere, quanto accadrà, una cosa è certa conclude infine il Presidente Esposito non lasceremo soli nessuno dei nostri imprenditori, dei nostri lavoratori forti della convinzione che un distinguo sulla vicenda sarà inevitabile così come saranno inevitabili ricomprendere nei piani futuri di gestione, da parte degli enti locali e regionali, quei sistemi di premialità che appartengono alle buone pratiche territoriali. (comunicato stampa)