Filca Cisl denuncia: siamo nell’era del web e dei morti sul lavoro
1000 morti a livello nazionale, 60 solo in Campania e soltanto in un anno, nel 2019. Siamo nell’era della digitalizzazione, ma si continua a morire sul posto di lavoro. E’ questa la denuncia di Ottavio De Luca segretario nazionale della Filca-Cisl e reggente della sezione campana:
“Non bastano mai le misure di sicurezza a tutela dei lavoratori sia sui cantieri e in generale all’interno dei siti di produzione –– il dato è allarmante se si considera che nel 2019 i morti sul posto di lavoro sono state 997”.
Quasi mille le vite spezzate che hanno riflesso molto probabilmente dolori e disagi sulle famiglie e sui cari di quelle persone che presumibilmente poche ore prima di andare via erano uscite di casa semplicemente per andare a lavoro.
Il nuovo anno non risparmia i lavoratori e inaugura tristemente il rientro dalle festività natalizie con pagine di cronaca nera. Martedì scorso a Mercogliano (AV) un giovane di 35 anni è stato vittima di un incidente sul lavoro che lo ha visto soccombere schiacciato dal peso di un veicolo del soccorso stradale in manutenzione.
Il giovane originario di Tufino (AV) lavorava per una ditta di Soccorso Stradale durate l’incidente che lo visto inaugurare il triste primato dell’anno. Per lui non c’è stato nulla da fare, i soccorsi giunti sul posto non hanno potuto far altro che costatare il decesso del lavoratore.
Lo scorso anno la Campania ha registrato 59 decessi a seguito di infortunio sul posto di lavoro. Il dato è allarmante se si pensa al tasso di disoccupazione che attanaglia il mercato del lavoro in Campania e al Sud. A pagarne le conseguenze sono come sempre i lavori più umili, che generalmente hanno un rischio di operatività più elevato, in particolare per i lavoratori senior, quelli nella fascia di età compresa tra i 50 e i 59 anni.
“è vergognoso che ancora oggi in Italia si muoia di lavoro – continua De Luca segretario nazionale Filca-Cisl – bisogna che le istituzioni siano presenti non solo nella creazione di nuovi posti di lavoro, ma una volta occupati è fondamentale che di concerto con le imprese si investa in sicurezza sui luoghi di lavoro. Tralasciando per un istante il lato emotivo legato al dolore famiglie, lo Stato deve riflettere sul costo sociale e sulle ricadute economiche che questo fenomeno genera a livello collettivo”.
Emerge dai dati che l’Italia ha bisogno di un ricambio generazionale della classe operaia che si potrebbe facilmente promuovere con gli incentivi al prepensionamento ma anche con la previsione di bonus fiscali o più in generali di incentivi che consentano l’impiego di nuova forza lavoro.“è un ottima iniziativa il Bonus Facciate messo in campo dal Mibact – afferma De Luca – bisogna fare un ultimo sforzo per aprire i bandi e mettere in campo le risorse quanto prima per aprire i cantieri”.