La Regione Campania, dopo il fronte aperto contro il Governo Meloni sul dimensionamento scolastico, è attivo anche su quello dell’ autonomia differenziata. Palazzo Chigi, infatti, ha approvato nel Consiglio dei Ministri il ddl Calderoli sul tema, che ha ricevuto il plauso di alcune regioni del nord, ma che scontenta soprattutto quelle del Mezzogiorno.
Le parole del presidente De Luca
Molto dure in questo senso sono risultate le parole del governatore De Luca: “Non si si sfugge alla sensazione che questo rilancio dell’autonomia differenziata in modo così affrettato e ideologizzato risponda a esigenze politiche di partito” – attacca – “e a scadenze elettorali a breve. La bozza di riforma circolata in queste ore è tale da rafforzare tutte le preoccupazioni già avanzate, rispetto a una riforma istituzionale tanto inefficace quanto foriera di pericoli gravi per l’unità del Paese”. Il presidente campano elenca i motivi del dissenso: “è insostenibile una riforma a costo zero. Come si recuperano i divari regionali nella spesa pubblica?” – si chiede, mentre sulla definizione dei Lep “occorre un organismo tecnico e non politico” spiega. De Luca giudica poi inaccettabili “le ipotesi di residuo fiscale trattenuto dalle regioni a maggiore capacità fiscale, i contratti integrativi regionali per la Sanità poichè “renderebbe impossibili servizi uniformi per i cittadini, e spaccherebbe il sistema sanitario nazionale” e la questione, già annunciata del ridimensionamento.
La maggioranza di Governo esulta
Dal Governo, tuttavia, il clima appare diverso, di soddisfazione. Il Presidente del Consiglio Meloni parla di “coerenza con il mandato dei cittadini” e il ministro Calderoli di “giornata storica, necessaria per modernizzare l’Italia”. Serviva, in ogni caso, una riforma contestata per riavviare un confronto politico che in Italia, dopo il netto successo elettorale del centrodestra, appariva sopito per diversi mesi. La maggioranza si dimostra coerente e conseguente con il suo programma, ma l’opposizione fa comunque vedere una ripresa dal punto di vista dei temi concreti, abbandonando un immobilismo politico sostanziale che è stata la causa della sconfitta alle ultime elezioni.