Il grande cuore dei cilentani, due piccoli ucraini rifugiati in una famiglia di Castelnuovo Cilento
Si chiamano Glieb e Anna e hanno rispettivamente 16 e 7 anni e sono ospiti, ormai a tempo indeterminato, di Anellina, Francesco e della piccola Benedetta a Velina (nel comune di Castelnuovo Cilento). Sono arrivati questa mattina alle ore 7 dal confine ucraino ad Ercolano grazie all’Associazione “Uniti per la vita” dopo quasi tre giorni di viaggio in pullman. Scappano anche loro dalla guerra in Ucraina come gli altri quarantasette compagni di viaggio che sono arrivati in Italia grazie ad uno dei tanti corridoi umanitari.
I due bambini, orfani dei genitori, vivevano a Kiev con i nonni che purtroppo sono rimasti nella capitale ucraina. Non hanno esitato però a mandare i nipoti in Italia, lontano dalla guerra che sta colpendo tutta la nazione. Per loro a Kiev oggi c’è solo tanta paura e tante ore da passare all’interno dei rifugi anti missili con la speranza che il rumore delle bombe non si avvicini troppo.
Glieb, inoltre, era già stato ospite della famiglia cilentana che dal 2013 collaborava con l’Associazione “Uniti per la vita” e ospitava almeno una volta all’anno il piccolo ragazzo dell’est. La stessa famiglia però, in questo momento di grande crisi, non ha esitato ancora una volta ad aprire il suo grande cuore e rendere possibile l’impossibile per far arrivare Glieb e la sua sorellina al più presto in Italia. Si sono sobbarcati le spese per il viaggio e questa mattina sono giunti ad Ercolano per prendere in custodia la coppia di ragazzi finalmente sani e salvi e alla ricerca di un futuro migliore.
In Italia hanno lo status di “rifugiati di guerra” e già dai prossimi giorni potranno anche frequentare le scuole del nostro territorio. La famiglia cilentana, inoltre, è pronta ad ospitarli per sempre anche perchè, in Ucraina, il futuro non è di certo roseo. Anche se dovesse cessare la guerra.
Da oggi torneranno alla vita che meritano, spensierata, consona all’età che hanno. Lontani da bunker, bombe e da una guerra senza senso nella quale, come sempre, sono gli indifesi a pagarne le vere conseguenze.