Cronaca

Il Palazzo nel giardino Mainenti non s’ha da fare: arriva il no del Comitato di Quartiere

L’approvazione per la costruzione di un palazzo nel giardino all’italiana della sede dell’Ente Parco a Vallo della Lucania rischia di diventare un problema che non troverà soluzione a breve. Dopo l’avvio del procedimento di autotutela dello stesso Parco del Cilento Vallo di Diano e Alburni, sopraggiunto dopo un primo nulla osta, ora è anche il Comitato di Quartiere Rione di San Pantaleone ad opporsi al via al progetto, approvato in giunta il 14 dicembre scorso.

Con l’atto di autotutela, che reca proprio la data di stamani, 20 gennaio, il presidente del Comitato, l’ingegnere Luca Lombardi, che aveva sollevato la questione nei giorni scorsi, motiva quanto sottoscritto e protocollato: pone l’attenzione essenzialmente su alcuni fatti che se fossero appurati, già determinerebbero l’impossibilità di costruire in quel luogo: l’esistenza di una fontana storica e di un pozzo, sono elementi che determinano la non edificabilità sul luogo dove sono ubicati. Un’edificabilità che parrebbe ad infinitum se fosse provato il fatto che siano alimentati dall’apporto idrico di una sorgente attiva.

E questa, da tempi immemorabili, esiste e è viva. Non solo, pare che la natura storica dell’orto- giardino, detto all’italiana, non consenta una conversione in altro uso del terreno, per i vincoli della Soprintendenza che opera in regime di tutela già sul Palazzo Mainenti, sede del Parco. Non è chiaro come questi vincoli siano stati stringenti durante la fase di restauro dello storico palazzo, ma non esercitati sul giardino attiguo allo stesso, dove sono presenti altri manufatti storici, come i merli della recinzione, la fontana, il pozzo. L’avvio del procedimento in autotutela del Comitato di Quartiere Rione San Pantaleone, accanto a quello già promosso dall’ente Parco nel luglio scorso, nel quale tra l’altro, i membri opponenti sollevavano pure osservazioni circa la proprietà del suolo, che ora risulterebbe in capo a tre privati cittadini, meno che all’ente Parco che ha effettuato l’acquisto, rischia di aprire una grossa polemica che sembra soltanto all’inizio…il servizio

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