La richiesta della Nursind: un tavolo permanente sui pronto soccorso della provincia
Il comunicato del sindacato
Istituzione di un tavolo tecnico permanente sui Pronto soccorso della provincia di Salerno. A chiederlo, in una nota inviata al prefetto di Salerno, vertici di Azienda Ruggi e Asl, Ordine dei Medici e Ordine delle Professioni infermieristiche di Salerno è Biagio Tomasco, segretario territoriale del Nursind provinciale.
Le dichiarazioni di Tomasco
“E’ sotto gli occhi di tutti che la situazione che vivono i Pronto soccorso della provincia di Salerno, non sia delle migliori né presenti soluzione di continuità rispetto alle tante precedenti segnalazioni effettuate dalla questo sindacato rispetto alla piaga delle aggressioni, verbali e non, al personale sanitario in servizio, alla mancanza di percorsi idonei a fronteggiare tanto la crisi epidemica che abbiamo vissuto quanto quelli tesi a contenere, se non debellare, il fenomeno dell’overcrowding, o più semplicemente il sovraffollamento, nei Pronto soccorso”, ha detto. “Tutte situazioni delicate mai affrontate con la giusta e dovuta attenzione a cui si è aggiunta la carenza di personale medico specializzato ad affrontare tali situazioni che non possono essere definite emergenziali, bensì vanno ricollocate in tutte quelle situazioni in cui la programmazione, l’efficacia e l’efficienza servono a ridurre al minimo il rischio di errore da parte dei sanitari. Eppure, gli strumenti operativi esistono e la loro mancata applicazione può essere ascritta ad un’unica componente, ovvero in capo a chi, per istituzione, è deputato all’analisi dei fenomeni ed alla loro correzione attraverso gli strumenti messi a disposizione, come le linee di indirizzo nazionali per lo sviluppo del piano di gestione del sovraffollamento in Pronto soccorso o l’organismo paritetico per l’innovazione come previsto dal Contratto nazionale di lavoro del comparto sanità”.
Richiesta una svolta sulla questione provinciale
Considerato l’altissimo interesse verso la problematica del funzionamento dei Pronto soccorso, il Nursind Salerno chiede una svolta sulla questione in provinciale. “Il Comitato Paritetico per l’innovazione laddove non istituito deve essere formato in 30 giorni dalla sottoscrizione del contratto stesso e deve obbligatoriamente riunirsi almeno due volte l’anno, cosa per cui riteniamo che questo strumento rappresenti l’optimum rispetto alla problematica evidenziata. Rispetto, poi, alle le linee di indirizzo nazionali per lo sviluppo del piano di gestione del sovraffollamento in Pronto soccorso vogliamo porre l’accento su tematiche universali che insistono in tutti i Pronto Soccorso della Provincia, come il sovraffollamento, l’iperafflusso, il boarding, fattori rilevanti di criticità, fattori di uscita dai Pronto soccorso, fattori di umanizzazione, responsabilità, sviluppo dei piani aziendali per la gestione del sovraffollamento, sistema di monitoraggio nello sviluppo dei piani aziendali per la gestione del sovraffollamento”, ha continuato Tomasco. Tutti argomenti che, come ben si capisce, impattano in maniera significativa su tutto quanto accade nei locali dei Pronto soccorso e a cui nessuno può sottrarsi. Sia per senso civico, sia per mandato istituzionale che, va ricordato, ha il fine ultimo del benessere organizzativo per il personale e la garanzia dei futuri Lep (Livelli essenziali delle prestazioni) per la popolazione, nostro unico datore di lavoro.
Il tema del sovraffollamento
Va ricordato, inoltre, che il sovraffollamento dei Pronto soccorso non accade per le sole inefficienze gestionali mai affrontate, ma anche e soprattutto per altri due ordini di fattori altrettanto importanti quali la medicina territoriale, completamente assente e mai rimodulata, e la mancanza dei posti letto necessari a svuotare i Pronto soccorso, causa la cattiva programmazione degli anni precedenti ed il taglio indiscriminato di posti letto in provincia di Salerno avvenuto dal 1992 in avanti e quindi di chiara responsabilità politica universale. Rispetto a ciò, prendendo spunto dagli incresciosi fatti di cronaca degli ultimi giorni, di cui siamo rattristati e che ci porta ad esprimere la massima vicinanza alle famiglie colpite, viene da chiedersi se per il personale operante nei Pronto soccorso siano state implementate ed attuate tutte le raccomandazioni previste da quelle di questo mese, dove si parla “Morte o grave danno conseguente a non corretta attribuzione del codice triage nella Centrale operativa 118 o all’interno del Pronto soccorso”, con particolare riguardo a quanto previsto dal punto 4 della stessa Raccomandazione, ovvero la predisposizione e l’adozione di protocolli e procedure per la corretta attività di triage e, quindi, per l’identificazione certa del paziente/utente e per l’idonea attribuzione del codice di priorità per i pazienti/utenti che richiedono un intervento del 118 o accedono ai Pronto soccorso; la formazione specifica e l’addestramento del personale infermieristico addetto all’attività di triage mirata alla valutazione diversificata del paziente adulto e del paziente in età pediatrica, sia in ambito intraospedaliero che extraospedaliero; l’adozione, relativamente al triage di tipo intraospedaliero, di adeguate soluzioni organizzative, strutturali e logistiche dell’area di triage e delle sale di attesa, diversificate tra adulto e bambino se la numerosità degli accessi lo giustifica. Come ben si osserva, tanta attenzione è dedicata alla programmazione, all’addestramento del personale ed agli aggiornamenti sulla materia che rimangono indispensabili per rimanere al passo con i tempi e con l’evoluzione della normativa di settore”.
La richiesta
Pertanto, il Nursind ha chiesto ad Asl, Ruggi, Ordine dei medici ed Ordine delle Professioni infermieristiche di Salerno di volersi attivare per costituire un tavolo tecnico permanente che vada ad intercettare tutte le criticità insistenti nei Pronto soccorso. “E’ necessario per trovare soluzioni organizzative, tecniche e strutturali tendenti ad azzerare, o quanto meno a limitare, tutti gli eventi avversi segnalati nel medio breve periodo e di cui nessun operatore sanitario può essere additato quale responsabile, in quanto le condizioni di lavoro, ed il relativo benessere organizzativo, ricadano esclusivamente in capo alle Aziende sanitarie, ospedaliere e Ordini professionali”, ha concluso Tomasco.