I paradossi del Sud, anzi del Cilento: è sempre l’Associazione per la Tutela del Patrimonio Ambientale e Paesaggistico del Cilento a sollevare un altro caso al limite del paradosso. Pure questa volta soggetto della situazione incredibile è l’Arpac. Nei mesi scorsi, l’associazione aveva inoltrato all’ Agenzia Regionale, la richiesta d’installazione di una centralina di rilevamento continuo della qualità dell’aria nella frazione Vallo Scalo, giustificata dalla presenza di un sanzificio, i cui fumi di scarico potrebbero essere inquinanti.
Ebbene l’Arpac, anche questa volta, come nel precedente caso in cui la vedeva parte attiva nei controlli delle acque (caso sversamenti anomali in un canale del comune di Castelnuovo) ha fornito celere risposta, lasciando increduli i proponenti della richiesta: l ‘Arpac fa sapere che nel Cilento ci sono già due centraline per analogo uso, cioè per il controllo della qualità dell’aria, una a Polla, presso il tritovagliatore, l’altra ad Ottati, “area montuosa” e che dai rilievi effettuati, in sostanza, non si sono registrati valori allarmanti, né fuori dalla media di biossido di zolfo, monossido di carbonio e benzene e biossido di zolfo, dunque, la situazione non necessita di un’ulteriore centralina a Vallo Scalo. Basiti i soci dell’Atap, che sulla propria pagina, denunciano non solo il paradosso, quanto una situazione d’ignoranza territoriale.
Infatti, Polla, non si troverebbe nel Cilento, ma nel Vallo di Diano e, comunque, i due comuni citati, lì dove sono presenti le centraline di rilevamento continuo della qualità dell’aria, sia trovano ad oltre 80 Km da Vallo Scalo. Impossibile che un rilevatore di salubrità atmosferica sia così potente da poter effettuare campionature dall’altra parte del territorio.