Sono passati esattamente trentuno giorni da quando è stata fissata un data per l’apertura dell’ospedale di Agropoli. Ma tutto è ancora incredibilmente fermo.
Il Covid Hospital
In piena emergenza Covid19, quasi dall’oggi al domani, i cittadini si ritrovarono i funzionari dell’ASL, accompagnati dal sindaco Coppola, nel presidio di Agropoli. Il motivo? Aprire l’ospedale per farne un Covid Hospital. Nel picco della paura la notizia fu accolta con grande entusiasmo nonostante non ci siano mai state garanzie per il futuro del plesso anche “in tempo di pace”. Ai cittadini parve di aver visto la luna dopo tante notti completamente buie. E la speranza era sempre quella di dare continuità a questa nuova vita insperata .
Un mese dopo
Come detto, trentuno giorni dopo, la palla è sempre a centrocampo. Le squadre schierate, salvo qualche piccola defezione (vedi mancanza parziale di personale). Ma per il resto c’è tutto: macchinari, percorsi, impianti di sicurezza, persino quel pavimento cambiato quasi per scrupolo. Per fare le cose come Dio comanda.
Il tempo delle parole
Oltre all’umiliazione dei cittadini, ancora costretti, questa volta nelle loro case, a sperare di riavere il diritto alla salute, c’è anche la beffa della speculazione politica. Gli oppositori comunali attaccano Coppola, quelli regionali De Luca. L’ospedale adesso è dibattito politico, come quasi tutto in Italia. Si parla tanto, si fa poco. Anzi, anche quando ci si potrebbe aiutare invece ci si mette il bastone tra le ruote. Coppola ha detto di essere diventato uno stalker a botte di chiedere la riapertura dell’ospedale. Vai a vedere che invece non ce ne siano altri che chiedano di mantenere lo status quo. Solo ipotesi, forse campate in aria, forse azzeccate. Difficilmente si avrà una risposta…
Intanto i giorni passano. Tra poco sarà estate e qualcosa pur sempre si muoverà. Se le condizioni di contagio resteranno in discesa il primo week end dopo il 4 maggio con gli spostamenti regionali consentiti Agropoli sarà meta di tante persone per la classica gita fuori porta. Anzi, questa volta attesa da due mesi. Sarà un boom e, come sempre, in caso di emergenza il territorio non sarà pronto. Incrociamo le dita…