Paradossi del Green Pass, dai mezzi pubblici alle feste di compleanno
Paradossi del Green Pass, dai mezzi pubblici alle feste di compleanno. Anche gli hotel totalmente esclusi dall’obbligo della certificazione verde.
Sono in tanti, in queste ultime settimane, ad aver ribadito una serie sconcertante di paradossi riguardanti il Green Pass, ovvero il certificato verde che quasi tutti adesso sono costretti a tenere in tasca per accedere ad una serie di servizi importanti per l’individuo.
Dal primo settembre le maglie del Green Pass si sono strette sempre più come con l’introduzione dell’obbligo sui mezzi di trasporto a lunga percorrenza. E proprio da qui nasce il primo paradosso. Perchè è obbligatorio mostrare il certificato verde per i mezzi a lunga percorrenza e non per quelli a breve come treni regionali, urbani o metropolitane? Inoltre, proprio su quest’ultimi, da sempre si verificano i maggiori assembramenti mentre sui treni ad alta velocità si è sempre rispettato il posto a sedere e durante la pandemia anche il distanziamento. Le polemiche sui pendolari, inoltre,
Ma i paradossi non sono terminati. Altro esempio riguarda le feste di compleanno, soprattutto quelle nelle quali i protagonisti sono i bambini. I genitori che accompagnano i bambini nel caso in cui debbano mangiare anch’essi saranno costretti ad uscire dal locale mentre però gli è consentito restare in piedi per guardare i propri figli giocare sempre nello stesso luogo, e nella stessa posizione, nella quale non potevano restare qualche minuto prima in caso di consumazione al tavolo.
Altro enorme paradosso arriva dalla scelta del governo di escludere, in sostanza, gli Hotel dall’obbligo di Green Pass. Infatti non c’è nessun obbligo per entrare o soggiornare in un hotel. Ma per molti la domanda è stata anche: chi sta soggiornando in un albergo può accedere ai servizi di ristorazione riservati ai clienti anche se non ha una certificazione verde? Cioè si può fare colazione, pranzo e cena, in trattamento b&b, mezza pensione o pensione completa? La risposta è sì: i clienti di una struttura ricettiva possono accedere ai servizi di ristorazione offerti dalla struttura esclusivamente per la propria clientela, anche in caso di consumo al tavolo in un locale al chiuso, senza bisogno di mostrare una certificazione verde.
Tutto questo, infine, avvale la tesi di chi sostiene che il Green Pass sia una misura politica e non sanitaria. Tra questi anche il microbiologo dell’università di Padova Andrea Crisanti: “Dire che il green pass crea ambienti sicuri è una baggianata”, sostiene Crisanti, “è solo uno strumento che incoraggia le persone a vaccinarsi. Per considerarla una misura sanitaria dovremmo misurarne l’impatto”.
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