Le opportunità offerte dal PNRR, Piano nazionale di Ripresa e resilienza, sono senza dubbio enormi. Tuttavia, con il passare dei mesi, continuano ad emergere diverse criticità che confermano in larga parte lo scetticismo e le perplessità manifestate sin dall’inizio da amministratori locali e addetti ai lavori. Nello specifico il piano sembra complicato principalmente per una corposa burocrazia incalzata da scadenze serrate, dalla carenza di personale in servizio, specie presso i piccoli comuni, nonchè dall’ inflazione e degli extracosti dovuti al rincaro dei materiali e dell’energia, sarebbe dunque auspicabile uno snellimento radicale delle procedure come prevedere un unica piattaforma per tutte le linee di finanziamento. Infatti i bandi ministeriali prevedono una procedura diversa per ciascun filone.
Molteplici anche le criticità dovute alla presenza di norme che, pur corrette nell’impianto, possono costituire uno scoglio in attuazione come nel bando delle scuole, per citarne uno, cui diversi comuni della nostra area hanno partecipato, il quale imponeva di non consumare ulteriore suolo e fonti di energia non rinnovabili.
Oltretutto non va trascurato che il rispetto delle fasi attuative delle scadenze potrebbe non essere sufficiente, in quanto gli obiettivi sotto la lente dell’Unione Europea non sono solo quelli inerenti il profilo dell’attuazione di un progetto, ma anche quelli d’impatto e rispetto delle reali ricadute sociali ed utilizzo, per cui anche per i fondi ottenuti oggi sarà possibile la richiesta di restituzione dell’intero finanziamento da parte dell’Europa.
Si rischia purtroppo il fallimento di un piano che dovrebbe essere determinante per il futuro dell’area e dal quale non dovrà certo risultare un maggior svantaggio o indebitamento. Prossimamente la nostra redazione seguirà l’andamento del PNRR e delle varie criticità dando voce agli amministratori e ai tecnici del territorio