In occasione del Primo maggio, festa dei lavoratori, sua eccellenza mons. Bellandi ha ricordato, nel proprio messaggio, che il lavoro ci avvina a Dio. Dal 4 maggio apertura delle chiese e celebrazione delle esequie
Il Primo maggio è una data molto importante per l’Italia, e non solo. Infatti essa celebra la festa dei lavoratori il cui scopo è commemorare le battaglie per i diritti acquisiti nel corso della storia, in primis la riduzione della giornata lavorativa ad otto ore. In questa occasione, anche l’Arcidiocesi di Salerno ha voluto diffondere un proprio messaggio rivolto ai lavoratori e ai fedeli.
Le parole dell’arcivescovo
Così, l’ arcivescovo di Salerno, sua eccellenza mons. Andrea Bellandi, ha espresso un proprio messaggio di augurio in occasione della celebrazione: “il lavoro non è semplicemente ciò che ci dona il sostentamento, ma è una modalità con cui ogni persona si esprime e realizza i propri talenti, le proprie capacità ed è il modo con cui ognuno mette del suo nella costruzione della casa comune”. Inoltre, mons. Bellandi non ha mancato di citare San Giuseppe, figura cristiana a cui è associato il lavoro in quanto ricordato come carpentiere, riprendendo infine anche le parole del Papa: “Il lavoro ci avvicina a Dio perché è il primo ad aver lavorato creando la realtà“.
Le nuove disposizioni
L’ Arcidiocesi rende note le nuove disposizioni in merito alle misure poste in essere dall’emergenza Covid-19. Infatti dal 4 maggio, con l’avvio della fase 2, sarà possibile celebrare le esequie e riaprire le chiese in ottemperanza del rispetto delle misure di sicurezza. Tuttavia, in attesa di aggiornamenti dalla Conferenza episcopale italiana, si rimanda ai singoli parroci la valutazione e decisione riguardo l’eventuale apertura delle proprie parrocchie. In tal caso sarà loro dovere attenersi alle disposizioni impartite: sanificazione prima di ogni apertura, igienizzanti posti all’ingresso, divieto di assembramenti e controllo dell’affluenza.
Le esequie
Per quanto riguarda le esequie sarà possibile far presenziare solo quindici fedeli, opportunamente distanziati tra loro, ai quali sarà misurata la temperatura corporea. Saranno inoltre indossate mascherine e igienizzate le mani ( sacerdoti), effettuato il ricambio d’aria e prevista la possibilità, come ad esempio nelle aree cimiteriali, di celebrare il rito all’aperto.
Pierfrancesco Maresca