Quella che sembrava sinora una situazione sotto controllo e gestita in modo eccellente dal sistema sanitario campano, si è tramutata in uno scandalo per un fatto apparso da subito gravissimo nella giornata di ieri. Ieri, infatti, 7 marzo, nel tardo pomeriggio si è diffusa la notizia del primo caso affetto da Covid 19 nell’ospedale di Eboli. La notizia non sarebbe questa, quanto perché a causa della mala gestione del caso sospetto ora sono a rischio decine di medici, paramedici e ulteriori cittadini ed ammalati. Una signora ultrasettantenne di Pompei era in riabilitazione presso il Campolongo Hospital di Eboli, già da qualche settimana. Ma la paziente si era ammalata, nel corso delle settimane, e soltanto ieri, in seguito alla diagnosi di una polmonite nosocomiale era stata trasferita presso il Santissima Addolorata di Eboli. Pare che nessun medico fosse stato messo a conoscenza di un dato, che sempre secondo indiscrezioni, che poi saranno verificate, poteva essere venuta a contatto col virus: il figlio della donna, nelle ultime settimane, spesso scendeva dal Nord per fare visita alla madre ricoverata.
Per LA signora, dunque, a causa dell’aggravarsi delle sue condizioni è stata trasportata presso il pronto soccorso dell’ospedale di Eboli, senza che venissero prese misure come da protocollo. Soltanto più tardi, sarebbe stato effettuato d’urgenza il tampone per verificare un possibile contagio. Il risultato, positivo ha gettato nello sconforto tuto il personale sanitario che ora annuncia pure denuncia penale per quanto accaduto. E’ scattata la quarantena per tutti i sanitari, chiusi ben due reparti, per sanificazioni, il pronto soccorso e quello di medicina. Un errore gravissimo fatto prima al Campolongo Hospital , secondo Massimo Coralluzzo, caposala del reparto di Medicina, esponente del sindacato Fisi, replicato pure al pronto soccorso di Eboli, dove non sarebbe stata presa nessuna precauzione . Addirittura, sarebbe iniziato un tour della paziente attraverso vari reparti, dopo il pronto soccorso, via in radiologia per una tac, poi in medicina. Tutto questo senza che i medici, gli infermieri fossero schermati, avessero messo in sicurezza gli altri ammalati. Ora si cerca di ricostruire convulsamente tutti i contatti che la signora risultata positiva al test ha avuto, senza tralasciare che la sua lunga degenza al Campolongo Hospital potrebbe avere generato innumerevoli altri contagi