Cronaca

SALERNO – Nessun rischio di crac per l’aeroporto

 

L’aeroporto «Salerno-Costa d’Amalfi» ha chiuso il 2014 con un passivo di oltre 2,4 milioni di euro e una situazione finanziaria poco florida. I fondi sono finiti e si rischia un definitivo crac. Per questo i vertici della società di gestione dello scalo, presieduta da Antonio Ilardi, hanno comunicato alle organizzazioni sindacali che è stata posta in essere una procedura «di licenziamento collettivo per riduzione del personale». Insomma i 28 dipendenti sono a rischio. Oggi, peraltro, sarà programmata la riunione tra società e sindacati per fare il punto della situazione. E dalle prime stime sembra che saranno tagliati almeno sette dipendenti dall’organico attuale.

Ma le notizie negative per lo scalo salernitano non sono finite qui. I costi elevati e la riduzione del personale porteranno anche a minori servizi. Per questo, anche in attesa che vengano effettuati i lavori di ampliamento della pista, è stata inviata dalla dirigenza dell’aeroporto una comunicazione all’Enac nella quale si chiede il declassamento dello scalo.

Nonostante le notizie relative alla questione aeroporto non siano per nulla positive, c’è chi continua a credere che si possano fare significativi passi in avanti e che non si possa parlare di crac.

“L’aeroporto di Salerno non rischia il crac e, più di tutto, la cura dimagrante avviata ormai da qualche mese non lascia dubbi sul roseo futuro dello scalo.”

Parola di Antonio Fasolino, presidente del Consorzio Aeroporto che, «pur non volendo entrare nelle dinamiche che riguardano la società di gestione» è pronto a scommettere sulla correttezza e l’oculatezza della gestione finanziaria di questi mesi. «Parlare di cattiva gestione finanziaria o comunque auspicare il coinvolgimento della Corte dei Conti per verificare l’operato di una società di gestione che sta facendo il massimo per centrare il pareggio di bilancio mi pare una cosa fuori dal mondo, alla luce della gestione quantomeno disinvolta delle finanze del Costa d’Amalfi», ha detto infatti Fasolino in merito alle critiche mosse dall’ex presidente della società di gestione Carmine Maiese.

Anche la società presieduta da Antonio Ilardi ha fatto sapere di voler rispondere semplicemente coi numeri: «prima il presidio di soccorso- precisano dalla società di gestione- costava allo scalo 20mila euro al mese, oggi costa 6milioni e mezzo. Il direttore commerciale ha un contratto di un anno ed è una figura necessaria per ottenere ricavi dall’iniziativa aeroportuale che non è fatta solo di voli». Tra le altre cose, il declassamento dello scalo, con il conseguente stop ai voli privati è stata una scelta concordata con Enac che frutterà un risparmio di circa 400mila euro essendo i mesi invernali, un periodo in cui notoriamente non c’è traffico di quel tipo.

Intanto si attende con trepidazione la scadenza del bando per la privatizzazione fissata al prossimo 30 gennaio, per capire se la discesa in campo delle Regioni Campania e Basilicata, e la disponibilità del Governo ad investire, attraverso lo Sblocca Italia, 40 milioni di euro per il potenziamento infrastrutturale, abbiano sortito gli effetti sperati.

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