E’ stato chiuso nuovamente il Liceo Scientifico Alfonso Gatto. A soltanto 48 ore dalla riapertura delle scuole in Campania, l’istituto superiore agropolese è stato chiuso per precauzioni, chiusa pure un’edicola, mentre ad Agropoli ora si passano al setaccio tutti gli incontri fatti, i luoghi, le persone che che hanno incontrato l’insegnante del Liceo che è risultata positiva al test Covid 19. E’ la seconda persona residente nel Cilento, sempre una donna, ad aver contratto il virus. L’insegnante nella settimana scorsa era tornata da Parma, dove era stata in visita al figlio. Aveva approfittato della chiusura dei plessi scolastici prevista per il carnevale. Non avrebbe mai pensato che quel viaggio si rivelasse, nel giro di qualche giorno, particolarmente sfortunato. Un paio di giorni fa la signora, che nel frattempo aveva maturato dei sintomi compatibili con quelli del coronavirus, si è recata spontaneamente presso il San Luca di Vallo della Lucania, accompagnata dall’altra figlia che vive in famiglia con i genitori. Qui la donna, 65 anni, è stata dirottata presso la tensostruttura del pre-triage, per essere visitata e preparata secondo profilassi all’ingresso in pronto soccorso. Stessa procedura come per la ragazza di Abatemarco di qualche giorno fa: messa in camera d’isolamento, l’insegnante è stata sottoposta a test da inviare all’ospedale Cotugno di Napoli, dove poi è arrivato il primo responso: positivo. Da qui all’invio del campione allo Spallanzani di Roma, così come prevede il protocollo sanitario, ma, come nel primo caso, non si è attesi il secondo responso per trasferire immediatamente la donna nel presidio eletto alla gestione dei contagi: il Cotugno.
Nella serata di ieri proprio negli attimi in cui la donna veniva issata in autoambulanza per essere trasportata a Napoli, il sindaco di Agropoli, Adamo Coppola, annunciava il primo caso di coronavirus nella sua città, sottolineando che, seppure l’insegnante non fosse mai rientrata a scuola dopo la riapertura dei plessi, perché già ammalata, il liceo Alfonso Gatto, sarebbe rimasto chiuso, per opportune nuove sanificazioni e controlli su chi avesse incontrato, comunque la signora in quei giorni. E’ certo infatti, che l’insegnante, di rientro dalla Lombardia, fosse tornata ad una vita normale, uscendo di casa e incontrando persone. Questo, ora, sarebbe l’aspetto più complesso della vicenda: intercettare persone incontrate e capire i luoghi in cui la signora si è mossa per opportuni screening preventivi e curativi, evitare altri contagi. Naturalmente i primi ad essere stati messi in quarantena e ad essere sottoposti al test sono stati proprio gli stretti familiari