Il settore balneare, che sembra essere considerato il comparto più importante del Cilento, appare sempre più in difficoltà con una (ipotetica) riapertura disordinata e difficile.
La stagione estiva, ormai alle porte, conduce sul litorale cilentano dai due ai quattro milioni di turisti ogni anno, provenienti da tutto il mondo.
“Tutto molto incerto, non esistono effettive indicazioni da parte della regione riguardo il settore turismo, abbiamo una evidente necessità di stimolare il governatore ed i suoi collaboratori a fare in fretta.” A parlarcene è Adriano Guida, giovane responsabile settore turismo di Legambiente.
“Ad oggi non risultano essere pervenuti neanche i sussidi per le strutture extralberghiere. Chi ha ruoli di responsabilità si muova a dare risposta” continua. “non facciamo in modo che si diano nuove concessioni a privati, facciamo in modo, anzi, che le spiagge siano libere ma controllate, magari da guardie ambientali o anche da gruppi di cittadini volontari”.
Insomma, nell’area è evidente la confusione dei numerosi proprietari di strutture sia del settore balneare che di quello extralberghiero, che (probabilmente) saranno chiamati alla riapertura.
Questa confusione della materia sta generando, naturalmente, forti malcontenti tra gli imprenditori che, vista la poca chiarezza, stanno decidendo se aprire o lasciare le proprie attività chiuse per questo intero anno.
“La paura è molta” ci confessa uno di loro “soprattutto per le nostre famiglie. Riaprire in condizioni che non saranno mai abbastanza chiare, non ci permette di essere sicuri, le possibilità di contagio saranno troppe, ed il nostro settore è il più a rischio”
Il rientro graduale ed incerto risulta essere, quindi, molto confusionario rendendo impossibile, ad oggi, come ripetutamente ha affermato il governo, avere una data certa di ritorno sulle spiagge.
“Ci ritroviamo ad affrontare una seconda fase fatta di sperimentazione” dice Dario Franceschini ministro per i beni e le attività culturali per il turismo “si richiede comunque una grande responsabilità individuale in questo settore che produce ben il 13% del PIL.”
“Richiediamo un grande sforzo di tutto il mondo della rappresentanza” continua Guida “gruppi d’impresa, associazioni di categoria dovranno lavorare duramente per fare chiarezza sulla tematica del settore. Ne vale l’economia della nostra costiera cilentana e delle sue famiglie.”