Sport vietato ai ragazzi senza Green Pass
Tra le mille restrizioni arrivate con il Green Pass a fare notizia più del solito è l’introduzione da due settimane a questa parte del divieto di fare attività sportiva per i ragazzi dai 12 anni in su i cui genitori non hanno scelto per loro la vaccinazione. All’aperto o al chiuso non fa differenza e non valgono tamponi giornalieri o certificati medici.
Senza il vaccino, dunque, non è possibile far parte di un gruppo sportivo magari frequentato dagli stessi bambini che si frequentano a scuola. Addio a calcio, basket, pallavolo, tennis, pattinaggio, danza. I ragazzi, insomma, senza alcuna colpa si ritrovano esclusi dalla vita sociale e da quello sport da sempre giustamente incensato come momento di crescita, di formazione e di salute.
Le società sportive, quasi tutte, hanno accettato senza batter d’occhio probabilmente anche estenuate dalle continue chiusure delle proprie attività. Dopo tutto chi gestisce una società sportiva nella maggior parte dei casi è anche un imprenditore che trae profitto dalla stessa. E quindi pur di continuare a lavorare accettano anche il Green Pass obbligatorio per gli over 12.
Chiaramente il tutto non è una critica alla vaccinazione. Indispensabile per evitare l’ospedalizzazione e soprattutto l’aggravarsi con la malattia del covid. Ma allo stesso tempo, dopo due anni di chiusure forzate dalle quali la mente dei ragazzi ne sta uscendo molto provata arrivare al ricatto vaccinale per fare sport è una delle scelte meno giuste e democratiche della storia della Repubblica Italiana.