Il virus era in circolo già da prima e non solo quando ha fatto capolino nei centri ospedalieri. Tracce di coronavirus infatti erano presenti nelle acque del nord già a novembre e dicembre.
I campioni prelevati nei depuratori
Parecchi casi di polmonite interstiziale, con caratteristiche compatibili, a posteriori, con la sintomatologia del Covid-19 erano tuttavia stati riscontrati negli ospedali torinesi e milanesi. I campioni prelevati nei depuratori di centri urbani del nord Italia, sono stati utilizzati come ‘spià della circolazione del virus nella popolazione.
Lo studio che lo prova
La prova adesso si trova in uno studio diffuso oggi dall’Istituto Superiore di Sanità in collaborazione con Smat, l’azienda torinese delle acque e con le altre aziende analoghe delle altre grandi città italiane: un’indagine condotta, fra gli altri, da Luca Lucentini, direttore del Reparto di qualità dell’acqua e salute dell’Iss, che documenta come nelle acque di scarico dell’area metropolitana siano state riscontrate tracce, poi ricondotte al Covid-19, in 14 dei 40 campioni raccolti da dicembre a febbraio in molte città italiane, fra le quali Torino, Milano, Bologna.