Cronaca

Un fine settimana da dimenticare: tre morti, tre comunità a lutto

Giorgia, Francesco e Nicola. Tre nomi, tre vite, tre storie di morte. Un fine settimana da cancellare per le comunità di Pollica, Capaccio e Stella Cilento. Tre destini uno deciso, gli altri subìti. Come quello di Nicola Bertolini, morto schiacciato dal suo trattore mentre lavorava nel suo podere di Stella, così come quello di Francesco De Santi, morto ammazzato in seguito ad una lite con Vincenzo Galdoporpora, noto pregiudicato. Vite spezzate in una mite giornata di fine ottobre, una giornata di svago per Nicola Bertolini, di professione medico a Battipaglia, ma originario di Stella Cilento, dove volentieri ritornava, dopo il lavoro, per dedicarsi ai suoi terreni.

Ed infatti, ieri, approfittando degli ultimi scampoli di buon tempo e di luce, prima che facesse buio, l’uomo stava ultimando la zappatura del suo potere, a bordo del trattore. Ancora da chiarire cosa sia successo, ma l’epilogo della giornata, di certo non lascia molto all’immaginazione. Il mezzo agricolo si è ribaltato, probabilmente a causa della pendenza del suolo.

Il medico Bertolini è finito sotto il peso mortale del trattore, morto sul colpo. Stessa fine anche per Francesco Di Santi, un giovane di 25 anni , di professione pizzaiolo, morto a causa di un destino imposto da qualcun altro, da Vincenzo Galdoporpora, un noto pregiudicato dell’area capaccese, che lo ha massacrato con 4 coltellate, solo una di questa, purtroppo, quella fatale. Nel cuore della notte, alle 4, Francesco, si sarebbe trovato a discutere con quello che sarebbe stato poi il suo assassino. Una lite ripresa da dove qualche mese fa era cominciata, finita poi nel sangue.

Vincenzo Galdoporpora, avrebbe dovuto essere ai domiciliari, perché condannato per fatti di droga, invece era in giro per i locali notturni di Paestum, sulla strada che lo ha portato dritto a Francesco Di Santi, caduto sotto i suoi mortali fendenti. L’assassino si è poi costituito dopo qualche ora. Per Francesco, invece, di soli 33 anni non c’è stato niente da fare. 15, 57 e 33 anni l’età di tre vite spezzate dal destino. Tre comunità unite da un dolore analogo, in un solo giorno, una manciate di ore, le più terribili di un ottobre da cancellare.

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