Velia Teatro al Festival Salerno Letteratura
Mercoledì 22 Giugno l'”Iliade” con Gianluigi Tosto, opera realizzata in collaborazione con VeliaTeatro, sarà rappresentata a partire dalle ore 22.30 presso l’Atrio del Duomo di Salerno in occasione di “Salerno Letteratura”.
Un vero e proprio evento nell’evento, perché VeliaTeatro uscirà in maniera del tutto eccezionale dal sito archeologico per dar vita ad una “trasferta” tanto attesa quanto prestigiosa.
Grande interesse per la rappresentazione da parte di Gianluigi Tosto, con l’attore che ripercorre il poema omerico alla maniera degli antichi aedi, unico interprete, accompagnato dalle note di semplici strumenti musicali.
Gianluigi Tosto fa emergere la prepotenza dei sentimenti, totali e senza mezze misure, dei personaggi omerici. L’ira di Achille, la superbia di Agamennone, l’ardore di Patroclo, l’eroismo di Ettore, il dolore di Priamo. Modulando i toni e componendo i passaggi, lasciando sullo sfondo le battaglie descritte da Omero. Ponendo piuttosto attenzione ai personaggi umani: all’universalità di virtù e debolezze, passioni e sofferenze.
La musica, già insita nel ritmo e nella metrica dei versi, diventa parte integrante della narrazione. Grazie al suono di guerra del djembé che accompagna la lite fra Achille e Agamennone, alle mazze di ferro che ritmano le cruente battaglie fra i due eserciti, al gong che annuncia l’intervento decisivo degli dèi, ai campanellini indiani che assecondano l’emergere dal mare di Teti, la madre di Achille.
L’opera è parte della trilogia «Il Canto e la memoria», ideata e inscenata da Gianluigi Tosto, completata da altri due grandi poemi dell’antichità: l’Odissea e l’Eneide. Spettacoli che sono stati apprezzati nel corso delle edizioni 2011, 2012 e 2013 di VeliaTeatro. «Il proposito – racconta Tosto – è indagare sulle straordinarie possibilità espressive ed evocative di una voce narrante che, con l’ausilio di pochi ed elementari strumenti di supporto, trasporti l’immaginazione dello spettatore nel proprio mondo interiore, dove quelle storie scaturiscono e ancora vivono, radicate nella memoria profonda di tutti».