Agricoltura, agroindustria e sicurezza alimentare. Questi i temi che sono emersi ieri dalla visita della delegazione Il Ministero dell’agricoltura della Repubblica Popolare Cinese in Italia.
L’Italia è ancora il punto di riferimento per la Cina nella produzione di una delle maggiori eccellenze del territorio italiano: il pomodoro.
Si è svolta nella giornata di mercoledì 18 aprile l’incontro tra il direttore Generale del “Departement of Finance Ministry of Agriculture and Rural Affairs” Ph. D Tao Huaiying, il Vice Ministro dell’agricoltura, P.R. Cina Tao-Lin Zhang Ph.d, il direttore Generale del “Rural Energy & Enviroment Agency – Ministry of Agriculture and Rural Affairs, P.R China” Wang Jiuchen e Fabio Palo, direttore commerciale dell’azienda Finagricola, che ha portato la delegazione cinese a visitare l’intero processo produttivo del pomodoro della Piana del Sele. Complice di questo appuntamento il fisico del CNR Pasquale Mormile che da 12 anni segue questo interessante progetto di ricerca, avviato nell’ambito degli Accordi di Cooperazione Internazionale tra il CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche) e la CAAS (Chinese Academy of Agricultural Sciences) e che affronta tematiche che vanno dal risparmio idrico in agricoltura a metodiche innovative per la sterilizzazione dei terreni. La visita, a porte chiuse, è stata breve ma intensa e ha visto Fabio Palo raccontare in prima persona una dettagliata ed esaustiva presentazione di Finagricola, toccando tutti gli aspetti salienti, dalla compagine alla storia, dall’organizzazione alla produzione, dai controlli di qualità alle certificazioni, dai prodotti di punta all’impatto sui mercati nazionali ed internazionali.
Il vice ministro, molto incuriosito e affascinato dall’azienda in cui si trovava, e che conosceva solo sulla carta, ha chiesto al Dr Palo ulteriori chiarimenti e dettagli riguardo questioni trasversali che andavano dalla ricerca alle problematiche ambientali, dall’uso di film plastici fino al loro riciclo. In Cina non esistono realtà aziendali come Finagricola e grande è stato l’interesse per l’organizzazione di Finagricola, per la sua modernità e per la capacità di porsi sui mercati, oltre che dell’eccellenza del prodotto agricolo finale.
“I cinesi sono rimasti molto colpiti dal notevole livello che abbiamo in Italia sulla sicurezza agroalimentare – commenta Fabio Palo – e quindi avevano necessità di conoscere e capire quali tecniche vengono utilizzate per realizzare prodotti privi di residui antiparassitari. Mi sono divertito a raccontare la nostra “semplice” tecnica di coltivare i pomodori non a pieno campo, che sarebbe più bucolico ma più dannoso, ma in serre fredde – ovvero che non possiedono alcun tipo di riscaldamento artificiale e quindi non causano una coltivazione forzata – dove le piante vengono maggiormente protette dalle avversità ambientali e climatiche.
Inoltre così riusciamo a impollinare in maniera naturale i fiori introducendo i bombi e ad avere un controllo idrico personalizzato su ogni pianta, una vera e propria razionalizzazione ed ottimizzazione nella gestione delle risorse idriche”. Fare qualità creando le condizioni ottimali per la crescita della pianta quindi, qualità che hanno testato sul campo assaggiando i pomodori pizzutteli a crudo e di cui hanno elogiato dolcezza e acidità, caratteristiche per loro assolutamente anomale visto che non sono soliti mangiare pomodori crudi ma solo cotti.
Un incontro che è stato soprattutto uno scambio di metodo e ricerca, anche per Palo che spera di andare presto a verificare di persona i loro metodi di coltivazioni basati su alte tecnologie innovative quali l’utilizzo dell’intelligenza artificiale nelle colture, per un’agricoltura 4.0 che per noi è ancora utopia ma che potrebbe presto diventare realtà, oltre a offrire sul mercato cinese il prodotto Così Com’è, pomodorino in barattolo di alta qualità e dalle preziose proprietà organolettiche.